Benissimo Vasco Brondi, Cosmo, Cor Veleno, Bugo e Tananai. Ma che disastro Tony Effe. Ecco le uscite della settimana: le nostre recensioni

Bugo – Per fortuna che ci sono io

Con Per fortuna che ci sono io Bugo si ritrova definitivamente quattro anni dopo il fattaccio brutto di Sanremo, del quale fu vittima. Totale, inequivocabile, un fattaccio brutto che non ha permesso al largo pubblico, che Bugo si era dignitosamente guadagnato con anni di onorata carriera, di percepirlo adeguatamente come musicista. Certo, parliamo di una visione meravigliosamente schizoide della musica, di un rock che vive di istinto più che di struttura, non il tipico prodotto sanremese ad alta digeribilità, anche perché, eventualmente, vallo a domare uno come Bugo, che spacca palchi nei peggiori bar di Caracas da tempo immemore. Ed è quello il Cristian Bugatti che ritroviamo, certo maturo, padre, marito, con una consapevolezza più nitida, il che arricchisce il suo lavoro senza imborghesirlo di una virgola. Si, c’è tanto amore in questo nuovo disco di Bugo ed è la parte migliore, più autentica, tant’è che non fatichiamo, ascoltando brani come Bilancio di coppia o Carciofi (una bomba di pezzo) o Mica siamo ad Hollywood, ad affermare che si tratta del miglior lavoro di Bugo dai tempi in cui ci siamo innamorati di Bugo, quel lasso di tempo indefinibile in cui la sua andatura musicale sbilenca era gemella di quella nostra nella vita. Per questo gli abbiamo voluto bene, per questo gliene vogliamo ancora.