Becciu: «Il Vaticano deve correre il rischio di investire i suoi soldi. Le casse sono in rosso, così dovremmo licenziare i dipendenti»

La clamorosa difesa del cardinale condannato a 5 anni e mezzo in una intervista a Die Zeit

Il Vaticano ha bisogno di cercare investimenti speculativi che offrano buoni rendimenti perché altrimenti non è in grado di pagare con le entrate annuali la struttura che ha. Lo sostiene il cardinale Angelo Becciu in una intervista al settimanale tedesco Die Zeit in cui professa la sua innocenza nella vicenda giudiziaria che ha portato nel dicembre scorso davanti al Tribunale Vaticano alla sua condanna di primo grado di 5 anni e sei mesi: «Ho la coscienza pulita», rivendica, «Sono stato assolto da metà delle accuse. Ma anche l’altra metà è falsa. Sono tutte false!».


Il gran pasticciaccio del palazzo acquistato a Londra

L’inchiesta che ha travolto il cardinale era partita da un investimento sbagliato della segreteria di Stato vaticana (in cui Becciu era il sostituto) in un immobile a Londra, che alla fine ha causato al Papa una perdita superiore ai 100 milioni di euro. Il cardinale nega le sue responsabilità personali in quel disastro finanziario: «Non sono stato condannato», spiega, «per l’investimento, ma solo per l’autorizzazione a investire. L’autorizzazione scritta all’investimento venne dall’allora cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, mio superiore. Io la eseguii. La decisione di Bertone si basava ancora una volta su una perizia del nostro ufficio speciale per gli investimenti, cioè degli esperti sotto Perlasca (il grande accusatore di Becciu, ndr)». Ma ancora oggi Becciu sostiene che la Santa Sede non poteva fare altro che cercare di fare fruttare in quel modo i soldi affidateli.


Speculare? È una necessità per non dovere licenziare

L’intervistatore di Die Zeit chiede infatti al cardinale: «Alla Curia è permesso speculare? O ha ragione Papa Francesco quando dice: voglio una chiesa povera per i poveri?». La risposta di Becciu è sorprendente e pungente: «Il Papa ha ragione. Ma dobbiamo garantire anche gli stipendi dei 4.000 dipendenti che lavorano qui in Vaticano. La maggior parte di loro sono laici e hanno una famiglia. Dovremmo licenziarli quando i soldi sono pochi? Nonostante tutte le riforme, la Santa Sede è ancora in rosso. Il nostro bilancio è in rosso. La Chiesa non è un’azienda e non deve cercare il profitto, ma dobbiamo anche finanziarci». Il cardinale oltre a difendere la filosofia di quell’investimento, difende ovviamente anche se stesso: «La sanzione – dice – non solo è troppo alta, ma non avrebbe mai dovuto essere comminata. Non sono responsabile di alcuna perdita, perché ho agito solo con l’autorizzazione dei miei superiori, secondo la prassi abituale della Segreteria di Stato. E perché un investimento, anche se sbagliato, è considerato una violazione? Questa domanda mi tormenta ogni giorno da quando è stato annunciato il verdetto, il 16 dicembre 2023. Perché sono stato condannato? Chi ha emesso la sentenza sa benissimo che non un solo centesimo dell’affare di Londra è finito nelle mie tasche. Sanno anche che non possiedo alcuna proprietà, a eccezione di una vecchia Mazda del 2001».

La difesa di Cecilia Marogna, la misteriosa collaboratrice del cardinale

Nell’intervista Becciu oltre a proclamarsi innocente anche per le altre accuse che hanno portato alla condanna, difende a spada tratta anche Cecilia Marogna, la misteriosa collaboratrice in contatto con i servizi segreti italiani che il cardinale usò per trattare la liberazione di una suora rapita da terroristi islamici. Secondo l’accusa i fondi vaticani dati alla Marogna per l’operazione segreta sarebbero da lei stati usati per acquisti personali. «Questa accusa è incredibile», ribatte il cardinale, «e offensiva! Come sacerdote e diplomatico esperto, dovrei aver approfittato del rapimento di una suora? Non sono certo così cinico! (…) Non ho mai avuto motivo di dubitare della correttezza della signora Marogna. Presumo che stesse lavorando correttamente con un’agenzia britannica che ha organizzato la liberazione. Suor Gloria, come si chiamava la suora rapita, è stata liberata dopo una lunga e straziante prigionia. Questa è la mia più grande consolazione in questo processo vergognoso».

«In Vaticano hanno complottato contro di me»

Nell’intervista il cardinale sostiene che le accuse contro di lui sono state pre-fabbricate all’interno del Vaticano, adombrando l’esistenza di un complotto. «Durante il processo – spiega Becciu – le testimonianze hanno rivelato chiaramente che c’erano delle macchinazioni contro di me. Lo sospettavo già da quando questo incubo è iniziato per me tre anni fa. I miei avvocati stanno lottando per ottenere informazioni ancora segrete, ma necessarie per arrivare alla verità. Come giornalisti, dovreste indagare!». Quando però il giornalista gli chiede chi siano questi cospiratori, il cardinale non vuole fare nomi: «Ho dei sospetti, ma voglio aspettare e vedere».

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