Giuseppe Conte contro Meloni: «Questo governo vuole scardinare l’ordine costituzionale»

Secondo il leader 5 Stelle, il centrodestra sta «indebolendo le norme anticorruzione e spuntando le armi della magistratura»

Giuseppe Conte, in una intervista a la Repubblica, ha attaccato frontalmente il governo Meloni. Secondo il leader 5 Stelle, il centrodestra sta «indebolendo le norme anticorruzione e spuntando le armi della magistratura, un pezzo alla volta». Tra gli esempi che porta l’ex presidente del Consiglio, i test psico-attitudinali per i magistrati e le critiche «ignobili» a Federico Cafiero De Raho, deputato pentastellato ed ex procuratore nazionale Antimafia. «La verità è che interi settori della maggioranza sono più concentrati a far la guerra all’antimafia che a mettere all’angolo mafiosi e corrotti», ha detto Conte, difendendo le proprie scelte, «noi nelle istituzioni portiamo campioni dell’antimafia come De Raho, oggi oggetto di ignobili attacchi (nell’inchiesta sul dossieraggio, ndr), e Scarpinato, tra gli artefici di indagini e condanne contro Cosa nostra e Casalesi. Candidiamo in Europa Giuseppe Antoci, ideatore di un protocollo contro le frodi mafiose sui fondi europei».


I testi ai magistrati

Tra le decisioni meno gradite al leader del Movimento, il via libera del consiglio dei ministri alla valutazione dei magistrati con i test psicoattitudinali. «Questo esecutivo mira ad assoggettare il potere giudiziario, secondo una logica di subordinazione perseguita da tutti coloro che, da Gelli in giù, hanno lavorato per condizionare obliquamente i processi decisionali democratici», dice Conte, riferendosi alla loggia P2, massonica ed eversiva, «questa maggioranza vuole scardinare il nostro ordinamento costituzionale e, in particolare, i principi dell’autonomia della magistratura e della legge uguale per tutti». L’ex premier cita poi un appello che gli esponenti della società scientifiche di psicoanalisi e psicoterapia firmarono contro la riforma Castelli nel 2004. «È più attuale che mai», sostiene, «si contestava già allora il fatto che, non avendo il test “alcun vero ancoraggio scientifico”, gli esaminatori “si troverebbero, nella migliore delle ipotesi, in balia di suggestioni intuitive ed empatiche”. Il rischio, ancora peggio, sarebbe quello di una “subordinazione all’ordinamento politico del momento”».


Superbonus e dimissioni Santanché

Conte torna anche a difendere il Superbonus, la misura destinata a rilanciare l’economia impantanata nelle conseguenze della pandemia e che ha generato un forte indebitamento pubblico. «Il mio governo ha ideato la misura in un periodo di emergenza per rilanciare l’economia, ma poi ha l’ha gestita solo per pochi mesi», spiega, sottolineando come l’attuale governo evidenzi solo i costi di quell’intervento e non i dati sui ritorni diretti, indiretti e di indotto. «Le polemiche attuali e il discorso sui costi sta oscurando completamente i grandi vantaggi prodotti dalla misura: un extra-gettito record confermato ancora nel 2023, prezioso soprattutto adesso che con Meloni abbiamo il record di povertà e 12 mesi consecutivi di crollo della produzione industriale», rivendica ancora. Sul caso Santanché, che potrebbe essere rinviata a giudizio nell’inchiesta sulla gestione del gruppo Visibilia, Conte sostiene la mozione di sfiducia alla ministra. «Nei mesi più difficili di quella crisi, Meloni urlava a squarciagola contro le nostre misure e adesso di fronte a queste gravi accuse fa finta di niente?», per poi aggiungere: «La ministra ha mentito al Parlamento e vi è anche l’accusa circostanziata di truffa aggravata sui fondi Covid che il mio governo stanziò in pandemia».

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