Giorgetti: «Scontata procedura Ue per deficit eccessivo contro l’Italia. Il Def 2025? Sarà leggero» – Il video

Il ministro dell’Economia in audizione parla dell’entrata in vigore del nuovo Patto di Stabilità e commenta le voci su un ruolo per lui in Europa

La Commissione europea raccomanderà l’apertura di una procedura per deficit eccessivo contro l’Italia. Lo ha detto stamattina in audizione in Parlamento il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, precisando che tale scenario è da considerarsi «scontato» per ragioni legate al passaggio da il precedente quadro normativo Ue – la sospensione dei vincoli del Patto di Stabilità – e quello nuovo, ossia l’entrata in vigore del nuovo Patto. «Essendo terminata alla fine del 2023 la sospensione del Patto di Stabilità e Crescita introdotta a seguito della pandemia e prorogata per via della crisi energetica, in base all’indebitamento netto registrato dall’Italia lo scorso anno, è scontato che la Commissione europea raccomanderà al Consiglio di aprire una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti del nostro come di diversi altri Paesi», ha detto Giorgetti in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. Sarebbero altri 11 i Paesi della zona euro per i quali la Commissione non potrà fare a meno in base alle nuove regole decise a fine 2023 di lanciare la procedura per deficit eccessivo: fra questi anche la Francia. La cosa era appunto già metabolizzata dai ministri quando hanno negoziato il nuovo Patto, ha spiegato Giorgetti: «In tutto il negoziato non sfuggiva a me, né al collega francese. Non siamo così fessi da aver fatto un negoziato non sapendo esattamente qual era il terreno e lo scenario in cui noi andavamo ad inserirci». Insomma secondo il ministro dell’Economia quella in arrivo da parte degli uffici dell’esecutivo Ue sarà una segnalazione «dovuta». Il nuovo Patto siglato dai governi a fine dicembre, e approvato definitivamente da Parlamento e Consiglio Ue a febbraio, prevede infatti un obiettivo di deficit strutturale dell’1,5%, cifra lontana anni luce dal 7,2% conseguito dall’Italia nel 2023. Resta il fatto che la procedura che la Commissione lancerà offrirà «l’occasione per valutare, come d’altronde suggerito anche dal Parlamento, la necessità di eventuali e ulteriori aggiustamenti utili a superare le criticità dell’assetto contabile interno, non direttamente connesse al processo di riforma delle regole europee, che l’esperienza degli ultimi anni ha fatto emergere», ha aggiunto Giorgetti.


La transizione verso il nuovo Patto e il no a un posto in Ue

Non c’è dubbio in ogni caso che la vicenda sia indicativa di una certa delicatezza della fase di transizione in corso verso l’applicazione del nuovo quadro normativo. E su questo Giorgetti non ha lesinato alcune osservazioni critiche. «Il primo anno sarà un anno di sperimentazione e soltanto dall’anno prossimo avremo tutti gli elementi per poter procedere. È un percorso estremamente complicato che richiederà tempo e un minimo di flessibilità e intelligenza che auspico nella nuova Commissione che sarà delineata nelle elezioni» di giugno, ha messo le mani avanti il ministro dell’Economia. Che a scanso di equivoci ha ribadito ancora una volta di non voler passare dall’altra parte della barricata. Un posto da commissario europeo? «Chi mi conosce sa che 5 anni fa manifestai la mia indisponibilità a chi me lo propone. Quindi a
me non me ne frega niente, dopodiché i ministri ci sono, cambiano, che ne so io», ha replicato seccamente Giorgetti ai cronisti. Buttandola poi sull’ironia “calcistica”: «Potrei andare a sostituire Allegri se lo cambiano, ma non mi prendono mai a far quei mestieri lì belli dove si guadagna tanto…».


Come sarà il nuovo Def

Il quadro di finanza pubblica in vista del 2025 sarà comunque più chiaro molto presto, perché il governo si appresta a presentare il Documento di economia e finanza, ha annunciato ancora in audizione Giorgetti. «Credo che lo approveremo entro i primi 10 giorni di aprile», ha detto. È verosimile sarà approvato nella riunione del Consiglio dei ministri fissata questa mattina per martedì prossimo 9 aprile. Cosa conterrà? Giorgetti non lo svela, ma lascia intendere che ci sarà da aspettarsi, proprio vista dell’entrata in vigore del nuovo Patto, un ritorno a una disciplina di bilancio ben più rigorosa rispetto al triennio post-pandemico: «Il Def che a breve verrà presentato al Parlamento, anche in relazione a questa fase di transizione, avrà probabilmente una conformazione leggermente diversa rispetto al passato, più leggera», ha detto Giorgetti, parlando in un altro passaggio delle sue considerazioni di un contenuto «assai asciutto», tenendo conto delle «istruzioni che abbiamo ricevuto (dalle istituzioni Ue, ndr) in un contesto in cui tutte queste regole non sono ancora declinate e precisate e non si possono applicare. Ma questo era facilmente prevedibile, data la complessità delle medesime e la situazione complessa di natura esterna».

Rigore netto

I naviganti, dento e fuori dalla maggioranza di governo, sono fin d’ora avvisati comunque: le risorse saranno poche e da distribuire in modo mirato, col nuovo Patto in fase d’innesto: «Il livello del debito pubblico italiano, per evidenti ragioni di sostenibilità, richiede la massima ponderazione delle risorse da destinare alle singole politiche pubbliche e, oramai, l’innegabile necessità di misurare e monitorare gli effettivi benefici di ogni singola spesa». La traduzione in priorità di spesa (e tagli) entro il prossimo 10 aprile.

Leggi anche: