«C’è il rischio che l’Ucraina crolli sotto la pressione dell’esercito russo»

Le confidenze degli alti ufficiali ucraini orfani di Zaluzhny

C’è il grande rischio che le linee del fronte ucraino crollino ovunque i generali russi decidano di concentrare la loro offensiva. E non ci sono tecnologie che possono fermare la grande massa di truppe che Mosca vuole schierare contro Kiev. A dirlo oggi a Politico sono alcuni alti ufficiali ucraini che hanno prestato servizio sotto il generale Valery Zaluzhny, cacciato da Zelensky. Secondo loro il quadro militare della guerra è cupo. «Noi non disponiamo di queste tecnologie e neanche l’Occidente le ha in numero sufficiente», hanno detto le fonti. E questo anche se Mosca non ha «alcuna possibilità» di prendersi tutto il paese»


Guerra e vittoria

Secondo gli ufficiali «più a lungo va avanti la guerra, più territorio guadagnerà la Russia». Finché non arriveranno al fiume Dnipro, che è più difficile da superare. «Ma se la guerra dura abbastanza a lungo, anche Odessa cadrà», dicono. Secondo gli esperti adesso tutto dipende da dove la Russia deciderà di indirizzare le sue forze nell’offensiva. Quella attesa per l’estate. Nello scontro che si estende da Kharkiv e Suny nel Nord fino a Odessa nel Sud gli attacchi con missili e droni sono aumentati: prendono di mira le infrastrutture e rendono difficile capire dove arriverà l’attacco. Finora gli errori strategici dei comandanti russi l’hanno di fatto rallentata. Soltanto sabato 30 marzo la Russia ha lanciato un assalto con carri armati per vedersi la colonna distrutta dalla 25a Brigata Ucraina, che ha fatto a pezzi 12 tank e 8 veicoli di fanteria.


Gli errori strategici

Ma di errori strategici ne commettono anche gli ucraini. «Zaluzhny diceva che era una guerra in cui avevamo un’unica possibilità», dicono gli ufficiali. «Intendeva dire che i sistemi di armi diventano superflui molto rapidamente perché i russi trovano facilmente contromisure. Abbiamo usato missili da crociera Storm Shadow e SCALP forniti da Gran Bretagna e Francia ma solo per un breve periodo. I russi studiano sempre e non ci danno seconde possibilità». E poi «spesso, semplicemente non riceviamo i sistemi d’arma nel momento in cui ne abbiamo bisogno: arrivano quando non sono più rilevanti», ha detto un altro alto ufficiale,. Uno degl esempio sono gli aerei da caccia F-16. Dovrebbero diventare operativi quest’estate, dopo che l’addestramento di base dei piloti sarà completato. «Ma ogni arma ha il suo momento giusto. Gli F-16 erano necessari nel 2023; non saranno adatti per il 2024», ha concluso.

Leggi anche: