Un avvocato palestinese fa causa al governo italiano: «Complice delle violazioni dei diritti umani di Israele»

Salahaldin Abdalaty ha perso sei familiari a causa dei bombardamenti della striscia di Gaza

Un avvocato palestinese ha fatto causa al governo italiano per «corresponsabilità civile nelle violazioni ai diritti umani commesse a Gaza dalle autorità israeliane». Si chiama Salahaldin Abdalaty e con il supporto di altri quattro colleghi del Foro di Torino – Stefano Bertone, Marco Bona, Gianluca Vitale ed Emanuele D’Amico – a inizio aprile ha fatto ricorso al tribunale di Roma chiedendo di ordinare «con urgenza» alla presidenza del Consiglio e ai ministeri di esteri e difesa una serie di provvedimenti. Abdalaty, richiamando una serie di norme nazionali e internazionali, chiede infatti che venga ordinata «l’immediata imposizione del divieto di vendita e trasferimento di armi, il ristabilimento della partecipazione dell’Italia ai finanziamenti all’Unrwa (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi), la sospensione di ogni sostegno diretto o indiretto alle operazioni militari israeliane e il voto favorevole del governo in sede Onu, Consiglio europeo e ogni altro organismo internazionale a ogni iniziativa finalizzata a far cessare incondizionatamente le operazioni militari nella Striscia di Gaza». I quattro avvocati torinesi nel ricorso denunciano, inoltre, «danni gravissimi patiti dal ricorrente», rivelando che lo scorso 7 dicembre Abdalaty ha perso diversi familiari – la madre, il fratello, la sorella, la cognata, un nipote e un altro parente – in un bombardamento israeliano nella striscia di Gaza. Attualmente, l’avvocato palestinese si trova in Egitto.


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