Wall Street Journal: «Si teme che gran parte degli ostaggi a Gaza siano morti» 

Si ritiene che siano rimasti 129 cittadini. Alcuni potrebbero esser morti per via dei bombardamenti dell’Idf o per problemi di salute

Alcuni funzionari americani hanno riferito al Wall Street Journal di temere che gran parte degli ostaggi israeliani tenuti nelle mani di Hamas a Gaza siano morti. Il report arriva nel mezzo dei colloqui per un accordo sulla tregua, con alcune fonti di Hamas che nei giorni scorsi hanno indicato di non essere in grado di rintracciare i 40 ostaggi vivi. Si ritiene che a Gaza siano rimasti 129 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre. L’Idf ha confermato la morte di 34 di questi ma, scrive il quotidiano statunitense «funzionari israeliani e americani stimano in privato che il numero di morti potrebbe essere molto più alto».


Il rapporto cita funzionari statunitensi che sostengono che alcuni ostaggi siano stati probabilmente uccisi durante gli attacchi israeliani su Gaza, mentre altri sono morti per problemi di salute, comprese le ferite subite durante la loro cattura iniziale.


Centocinque ostaggi sono stati liberati dalla prigionia di Hamas durante una tregua di una settimana alla fine di novembre, mentre quattro ostaggi sono stati rilasciati prima. Tre ostaggi sono stati salvati vivi dalle truppe e sono stati recuperati anche i corpi di 12 ostaggi, tra cui tre uccisi per errore dai militari.
Hamas detiene anche i corpi dei soldati dell’IDF caduti dal 2014, Oron Shaul e Hadar Goldin, e di due civili israeliani, Avera Mengistu e Hisham al-Sayed, che si pensa siano ancora vivi dopo essere entrati nella Striscia di propria iniziativa rispettivamente nel 2014 e nel 2015.

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