Voti comprati a 30 euro nel Napoletano, il tariffario dei clan dietro le Comunali: 7 arresti

C’è anche la figlia di un boss ergastolano tra le persone finite in manette a Cercola. Arrestato anche un consigliere di una municipalità napoletana e suoi famigliari legati al clan De Micco

Pagavano 30 euro per ogni voto al primo turno delle Comunali, che in caso di ballottaggio passava a 20 euro a persona. Era questo il tariffario offerto dalle sette persone arrestate all’alba a Cercola, nel Napoletano, dai carabinieri di Torre del Greco su richiesta della Dda di Napoli. Gli indagati sono accusati di scambio elettorale politico-mafgioso, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e detenzione e porto in luogo pubblico di armi. Delitti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare i clan Fusco-Ponticelli e De Micco-De Martino.


Secondo le indagini dei pm Henry John Woodcock e Stefano Capuano, durante il voto alle Comunali del maggio 2023 a Cercola sono stati scoperti diversi episodi di voto di scambio in cui avrebbe avuto un ruolo anche la criminalità organizzata. Tra gli arrestati c’è anche la figlia di un boss ergastolano, che in quella tornata elettorale faceva la rappresentante di lista. E poi c’era una candidata imparentata al clan De Micco. In manette anche suo fratello, consiglieri in una municipalità di Napoli, e il padre.


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