Matteo Renzi e l’arresto di Toti: «Dopo 4 anni di indagini arriva un mese prima delle Europee…»

Il leader di Iv: garantisti sempre, non come gli ipocriti

«Non commentiamo le inchieste, né gli arresti o gli avvisi di garanzia. Certo, mi limito a constatare che dopo quattro anni di indagini, l’arresto avviene a un mese dalle elezioni europee»: il leader di Italia Viva Matteo Renzi in un’intervista al Messaggero parla dell’inchiesta che ha portato ai domiciliari il governatore ligure Giovanni Toti. L’ex premier sottolinea come «essere garantisti funziona se lo si è innanzitutto con gli avversari. Se invece lo si è solo nei confronti degli amici, si è ipocriti». E poi indica lo stesso rilievo sulle tempistiche che viene mosso anche dal centrodestra, e in parte dal Guardasigilli Nordio. «Che però dovrebbero smettere di sollevare dubbi quando c’è qualcosa che riguarda un esponente della loro parte politica e poi non fare nulla sulla riforma della Giustizia. Ho molta stima per il ministro Nordio e per tanti amici di Forza Italia, ma il garantismo di questa destra fa ridere i polli. Sono bravi a fare dichiarazioni ma non fanno le riforme. E dopo due anni dico a Nordio: Carlo, fai un commento in meno e una legge in più».


Secondo l’ex premier poi non ci deve essere un automatismo tra «l’avviso di garanzia, o la richiesta di arresto e le scelte del politico» sulle dimissioni. Sulla decisione della segretaria del Pd Elly Schlein di firmare per abolire il Jobs Act introdotto dal Pd di Renzi: «Oggi si scrive Pd ma si legge Cgil, e chi vota il Pd vota la linea della Cgil. Mi domando: il prossimo referendum lo faranno per abolire gli 80 euro, la legge sulle unioni civili?».


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