E tu, di che squadra sei? Da Meloni a Tajani la passione calcistica dei leader politici

C’è chi si è convertito, chi tifa la squadra di casa, chi non ha problemi a salutare la Curva Sud di San Siro. Ecco per chi tifano

«Il calcio è politica, la sua continuazione con altri mezzi. Talvolta è addirittura utile per difendere delle buone cause». Lo scriveva Gigi Riva nel suo commento a L’Espresso, nel 2022, contro la tesi, portata avanti da sempre, che «la politica debba rimanere fuori dal calcio». E invece no. C’è sempre un legame, inevitabile. Tra palloni e leader politici. E tralasciando i club, come quello bianconero dell’ “associazione parlamentare Giovanni e Umberto Agnelli” nata nel 2004 a Montecitorio, ecco che presidenti di Consiglio e segretari di partito sfoggiano (o a volte celano) la loro fede calcistica. La più insospettabile è lei, Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio è tifosa romanista ma il suo percorso di amore per la squadra giallorossa ha qualcosa di mistico. C’è una conversione nel passato di Giorgia. A dispetto dei suoi coetanei di Garbatella sarebbe nata come tifosa biancoleste. Quando era “la draghetta di Undernet”, ricorda Repubblica, nelle chat scriveva «sempre forza Lazio». Ma nel 2015 spiazzò tutti su Facebook, quando la leader di FdI dichiarò: «Che tifo per la Roma è noto e ovviamente la mia fede calcistica non mi consente di indossare la maglia biancoceleste. Vorrà dire che per solidarietà la regalerò a mia madre che, ahimè, è tifosa della Lazio». A farle compagnia Carlo Calenda. Il leader di Azione non si nasconde davanti alla sua passione per Trigoria. Anzi, sulla questione stadio ha sempre punzecchiato l’attuale sindaco Roberto Gualtieri. Sempre nel comparto romanisti rientra l’ex premier e leader M5S Giuseppe Conte. Esperto in palleggi.


Salvini e Fratoianni: l’ultimo derby

Matteo Salvini, vicepremier, ministro alle Infrastrutture e Trasporti, leader della Lega è invece milanista. Sfegatato. Commenta, posta, twitta. Ci sono perfino video di lui con la maglia della sua squadra del cuore. Anche strette di mano con ultras (come allo scudetto del Milan e ai festeggiamenti dei 50 anni della Curva Sud Milano quando li incontrò, da ministro). «Se sono tifoso da quando ho dieci anni non è colpa mia», dichiarava allora.


Qui Salvini la prende benissimo dopo una sconfitta con il Sassuolo, gennaio 2023

Un suo rivale, distante per squadra e opinioni politiche è senz’altro Nicola Fratoianni: interista. «C’è sempre un buon motivo per tifare Inter!», dichiarava su Facebook lanciando la notizia della beneficenza di Antonio Candreva verso una bambina veronese.

Il club degli juventini

E infine ci sono loro, una delle fedi più popolari: quella juventina. Ci aderisce il leader forzista e ministro degli Esteri nonché vicepremier Antonio Tajani, ma anche la segretaria Pd Elly Schlein. Distanti, ma uniti dalla squadra torinese. Quest’ultima ha avuto una conversione. Da piccola tifava rossonero. «Ora simpatizzo per il Bologna, tifo la Nazionale soprattutto», ha precisato la segretaria dem, «giocavo a calcio prima ma ora sono un po’ anchilosata». Tajani ama talmente tanto la Juve che con il collega di governo Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, dimentica ogni divergenza sul superbonus.

I ministri festeggiano all’Olimpico la vittoria della Coppa Italia. Foto del renziano Marattin

L’outsider campanilista: Matteo Renzi

Moglie e buoi dei paesi tuoi: Matteo Renzi, leader di Italia Viva ed ex premier ha sempre avuto il cuore viola. Il rigore della vita? «Con il cuore del tifoso direi Giancarlo Antognoni. Col pragmatismo del politico dico Daniel Passarella. Col romanticismo della mia gioventù Gabriel Omar Batistuta», ha dichiarato in una recente intervista il tifoso della Fiorentina.

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