Diletta Leotta e la «competizione femminile»: «Mi dissero che lavoravo solo grazie alle tette»

La conduttrice ha spiegato: «Si sgomita tanto e regna la legge del mors tua vita mea. Sono sicura che se fossimo di più la rivalità si addolcirebbe»

«Il peggior commento ricevuto rimane: ‘Sei qui solo per le tette’. Me lo disse una collega a Sky Sport. Ero appena arrivata, avevo vent’anni: mi ferì a morte. La sera a casa feci un pianto liberatorio». A parlare è Diletta Leotta, in un’intervista rilasciata a Effe. In cui ha affrontato il tema delle critiche, ma anche la sua storia di rivalsa: «Poi ho tirato fuori il leone che è in me, ho studiato tanto, mi sono laureata, così che nessuno potesse mai più dirmi una frase del genere». La conduttrice punta il dito nei confronti delle donne, in particolare, parlando di «una strana competizione femminile» che starebbe dietro gran parte delle critiche che le vengono mosse. E che viene a galla soprattutto «quando siamo in posizioni di solito occupate da uomini, come nel calcio. Si sgomita tanto e regna la legge del mors tua vita mea. Sono sicura che se fossimo di più la rivalità si addolcirebbe». Nel corso dell’intervista, Leotta ha parlato anche della nascita recente di sua figlia Aria Rose, avuta con il calciatore Loris Karius: «Sono rimasta incinta dopo quattro mesi che ci frequentavamo. Siamo passati dal colpo di fulmine a fare i genitori. Non ce lo aspettavamo, tanto che quella sera, che ero fuori con gli amici e bevendo una birra ho sentito che aveva un sapore strano, ho addirittura chiesto al cameriere se fosse scaduta. Poi una mia amica mi ha accompagnato a comprare un test di gravidanza. Conservo ancora lo screenshot del risultato che ho mandato a Loris».


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