Nel corso delle ultime settimane, la pugile algerina Imane Khelif è stata coinvolta da numerose notizie fuorvianti e accuse infondate sul suo sesso. Secondo le dichiarazioni del Presidente dell’IBA (organismo disconosciuto dal Comitato Olimpico), un test del tutto sconosciuto avrebbe rivelato la presenza dei cromosomi XY sia nell’atleta algerina che in quella taiwanese, entrambe finaliste alle Olimpiadi di Parigi 2024, finendo per essere accusate di essere uomini o trans.
Lasciando da parte i due casi specifici, la presenza dei cromosomi XY non implica essere uomo. Sebbene qualcuno possa sostenere che sia una fake news o qualcosa che vada contro la medicina e la biologia, è la comunità scientifica ad ammettere questa realtà: sesso genetico, sesso gonadico e sesso fenotipico non sempre corrispondono. Lo sviluppo sessuale avviene già nel periodo embrionale, ma alcune variazioni cromosomiche, genetiche e ormonali possono portare alla nascita di una bambina che però possiede un corredo cromosomico maschile (46XY). In poche parole, una delle variabili fondamentali per lo sviluppo del corpo umano maschile o femminile sono proprio gli ormoni.
Per chi ha fretta
- In merito a Imane Khelif, sappiamo che non è un uomo o un trans.
- Non si può sostenere con certezza che sia intersex.
- Il sesso di una persona non viene stabilito solo dai cromosomi.
- Lo sviluppo delle caratteristiche sessuali è il risultato dell’interazione tra cromosomi e ormoni.
- Esistono diverse variazioni delle caratteristiche del sesso, come ad esempio le note Sindrome di Morris e Sindrome di Swyer.
- «Non vi sono dati scientifici che dimostrino vantaggi sul potenziamento o sulla contrazione muscolare, sulla resistenza fisica o su altri parametri attinenti all’attività motoria».
I pareri dell’ISS e della Società Italiana di Endocrinologia
All’interno del portale Info Intersex dell’Istituto Superiore di Sanità, nella sezione “Variazioni delle Caratteristiche del Sesso/Differenze dello Sviluppo del Sesso“, viene riportata la seguente spiegazione: «Lo sviluppo delle caratteristiche del sesso di ognuno di noi è il risultato di una complessa interazione tra i cromosomi (strutture formate da DNA e proteine contenute in ogni cellula) e gli ormoni (molecole – proteine o steroidi – prodotte dalle ghiandole endocrine e rilasciate nel sangue)». Si tratta di conoscenze datate, da oltre un decennio, volendo citare un articolo de Le Scienze del 2007 dal titolo «Non solo i cromosomi stabiliscono il sesso».
A seguito della polemica sulla pugile algerina Imane Khelif, durante la giornata del 2 agosto, nella pagina Facebook ufficiale della Società Italiana di Endocrinologia (SIE) viene pubblicato un post al fine di rendere noto al pubblico l’esistenza di questa realtà e del ruolo degli ormoni nello sviluppo in contrasto con il corredo cromosomico, ribadendo il fatto che una persona «nasce donna, e come tale si cresce fisicamente e psicologicamente, pur possedendo un corredo cromosomico maschile (46XY)». Viene citata la sindrome da resistenza agli androgeni, una situazione che «impedisce al testosterone, l’ormone sessuale maschile, di interagire con il suo recettore in tutti i tessuti del corpo».
L’importanza del gene SRY
Come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità, l’assenza di un gene noto come “SRY”, localizzato sul cromosoma Y, fa si che «la gonade si differenzierà nelle ovaie e si formeranno le strutture anatomiche tipicamente femminili». Nei feti di sesso maschile, si formano inizialmente tessuti che potrebbero svilupparsi in organi femminili. Tuttavia, è grazie a questo gene che avviene la trasformazione di questi tessuti in organi maschili.
La mancanza di questa condizione porta il feto a mantenere i caratteri fenotipici femminili, sviluppando anche l’utero e le tube di Falloppio, ma non funzionanti. Di fatto, le donne nate in queste condizioni risultano sterili. In medicina, questa situazione genetica viene indicata come Sindrome di Swyer o disgenesia gonadica pura.
Le diverse variazioni delle caratteristiche del sesso
In molti parlano esclusivamente della sindrome di Morris, nota anche come “Sindrome della bella donna” ma più precisamente Sindrome da Insensibilità agli Androgeni. In realtà, insieme alla Sindrome di Swyer, fa parte di un lungo elenco di variazioni delle caratteristiche del sesso (VSC), o “differenze dello sviluppo del sesso” (DSD), riportato nel sito dell’Istituto Superiore di Sanità, fino alla condizione rara nota come Ermafroditismo vero, caratterizzata dalla coesistenza di un ovaia e testicoli nella stessa persona.
Ognuna delle condizioni viene affrontata in maniera diversa, tenendo conto anche della valutazione da parte di un team multidisciplinare, anche attraverso il supporto di associazioni riconosciute dall’Istituto Superiore di Sanità nell’area Info Intersex, come AISIA OdV e IntersexEsiste.
C’è o non c’è un vantaggio competitivo nello sport?
La Società Italiana di Endocrinologia, all’interno del suo post Facebook, afferma che le donne in possesso di un corredo cromosomico maschile (46XY) posseggono «livelli di testosterone pari agli uomini, ma, essendo il suo recettore inattivo, senza alcun effetto biologico, compreso verosimilmente quello sulle performance sportive». Per rispondere ulteriormente alle critiche nei confronti di Imane Khelif, per la quale non ci sono prove certificate per la sua situazione, la SIE riporta che «non vi sono dati scientifici che dimostrino vantaggi sul potenziamento o sulla contrazione muscolare, sulla resistenza fisica o su altri parametri attinenti all’attività motoria».
Alcuni casi di storie vere o infondate
Come anticipato in precedenza, non ci sono prove che Imane Khelif sia un uomo o un trans. Il genere che le è stato assegnato fin dalla nascita in Algeria, Paese dove cambiare sesso è fuori discussione e porta a omosessuali e transessuali a fuggire all’estero per salvaguardare la propria incolumità, è quello femminile e ha sempre gareggiato fin da giovane nelle competizioni femminili in quanto tale. Non ci sono prove certificate che Imane abbia un corredo cromosomico XY e al momento non è possibile accertarlo. In molti hanno espresso il proprio giudizio clinico considerando il suo aspetto fisico, ma si tratta di una verifica infondata oltre che estremamente superficiale.
Le accuse infondate a Jamie Lee Curtis
Molte sono le persone che, nonostante il loro aspetto fisico, non vengono riconosciute come cromosomicamente maschili. Una volta si chiamavano “voci di corridoio”, dicerie infondate come quelle che circolavano nei confronti della nota attrice Jamie Lee Curtis senza alcuna prova se non attraverso pareri estetici e per il fatto che non avesse avuto figli.
La top model belga
Le foto e le sfilate della top model belga Hanne Gaby Odiele evidenziano una donna a tutti gli effetti, tuttavia presenta un corredo cromosomico XY. Fu lei stessa a rivelare al mondo di essere intersessuale, di essere nata con i testicoli interni, ma senza utero nè ovaie, diventando poi un’attivista del mondo intersex.
L’ostacolista spagnola
María José Martínez-Patiño, un’ostacolista e campionessa nazionale spagnola, superò il test sul sesso per poter partecipare ai Mondiali del 1983 al Campionato di atletica di Helsinki, in Finlandia. Due anni dopo, durante le Universiadi a Kobe, in Giappone, si dimenticò di portare con se il certificato ottenuto nel 1983 e dovette ripetere il test, riscontrando dei problemi. Venne sottoposta a ulteriori test in ospedale, per poi scoprire che il suo sesso cromosomico era XY, che era insensibile agli androgeni e che non rispondeva al testosterone. Nessuno sospettava una situazione del genere, dalla famiglia al fidanzato, che la lasciò poco tempo dopo. Venne estromessa dalle competizioni, perse la borsa di studio sportiva, per poi venire riammessa nel 1988. Nonostante ciò, non riuscì a qualificarsi per le Olimpiadi di Barcellona del 1992. La sua storia viene riportata in un articolo di The Lancet del 2005: “Personal Account: A woman tried and tested“.
Un caso italiano
Dal Belgio alla Spagna, arriviamo all’Italia. Claudia Balsamo venne sottoposta fin da bambina a interventi chirurgici invasivi attraverso la menzogna. La famiglia, su consiglio dei medici, non rivelò mai il vero motivo di tali operazioni. A 26 anni provò ad avere un rapporto sentimentale, ma non fisico perché secondo lei qualcosa lo impediva. Infatti, la penetrazione le dava un fastidio sia fisico e psichico. Dopo la sua prima visita ginecologica senza i genitori, scoprì la verità. Grazie all’aiuto di un buon ginecologo e di una psicologa, riuscì a vivere una vita affettiva e sessuale. Oggi, Claudia è socia del gruppo italiano AISIA (Associazione Italiana Sindrome da Insensibilità agli Androgeni) e con altre realtà ha collaborato alla nascita del progetto IntersexEsiste.
La questione dei Diritti umani
All’interno del sito dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani è presente un’area dedicata alle persone intersex, stimate intorno all’1,7 percento della popolazione mondiale, nella quale si precisa che nascono con caratteristiche sessuali che non corrispondono alle «tipiche nozioni binarie di corpi maschili e femminili». All’interno, vengono elencate le violazioni dei diritti umani contro queste persone, come ad esempio l’infanticidio, gli interventi medici forzati e coercitivi, la mancanza di accesso alla giustizia, al riconoscimento legale, la discriminazione nel lavoro, nell’istruzione e nello sport.
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