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Il caso Sangiuliano? Non toglie voti al centrodestra. Ma il campo largo (con Renzi) cresce – Il sondaggio

09 Settembre 2024 - 20:17 Ugo Milano
matteo renzi giorgia meloni emanuele pozzolo
matteo renzi giorgia meloni emanuele pozzolo
La prima rilevazione Swg dopo le dimissioni del ministro della Cultura: FdI resta sopra al 30%, il Pd doppia il M5s

Il caso Sangiuliano-Boccia ha travolto l’agenda politica (e mediatica) nell’ultima settimana, portando Giorgia Meloni alla scelta non più rinviabile di “licenziare” il ministro della Cultura per mettere fine allo tsunami di rivelazioni sempre più imbarazzanti non solo per lui, ma per il governo tutto. Eppure, stando alle prime rilevazioni demoscopiche, la vicenda non sembra aver avuto grande impatto sulla popolarità dei partiti di maggioranza. Il sondaggio settimanale Swg per La7, eseguito su un campione di 1.200 soggetti tra il 4 e il 9 settembre – nei giorni caldi dello scandalo, dunque – restituisce una fotografia delle intenzioni di voto pressoché identica a quella di sette giorni fa. Fratelli d’Italia resta saldamente il primo partito del Paese con un consenso stimato sopra il 30%, Lega e Forza Italia veleggiano sempre sopra l’8%: spostamenti d’opinione minimi, per i tre principali partiti di governo.

Avs e Italia Viva sorridono

Il termometro settimanale pare lasciare comunque qualche speranza di recupero alla frastagliata compagine delle opposizioni. Tutti i principali partiti del futuribile campo largo guadagnano consensi, all’infuori del Movimento 5 stelle. Il Pd scatta di due punte decimali e insegue (da lontano) FdI con un 22,5% di voti “virtuali”. Balzo significativo rispetto al loro peso specifico per l’Alleanza verdi e sinistra, che con un +0.3% supera di slancio quota 7%, ma pure per i centristi di Italia Viva, che da qualche settimana Matteo Renzi vorrebbe far rientrare strutturalmente nel campo del centrosinistra. Il partito dell’ex premier resta comunque ben dietro ad Azione (2,6 contro 3,2%), mentre il Movimento di Conte cede un minimo punto decimale, attestandosi sempre terzo ma con la metà dei voti del Pd (11,5%).

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