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Terni, l’acciaieria ferma uno dei due forni: «Costi dell’energia insostenibili». Prezzi per megawattora più del triplo rispetto alla Germania

09 Settembre 2024 - 14:05 Ugo Milano
La denuncia dell'azienda: «Ciò comporta una forte distorsione della concorrenza con conseguenze pesanti per il più importante produttore italiano di acciaio inossidabile»

Costretti a fermare la produzione di uno dei due forni elettrici perché i costi dell’energia sono troppo alti, anzi «insostenibili». La Direzione Aziendale di AAST, Arvedi Acciai Speciali Terni, ha deciso di spegnere per una settimana a fine settembre uno dei suoi impianti per la produzione di acciaio. Il motivo è il «perdurare degli alti costi energetici che non consentono all’azienda di essere competitiva nei confronti delle crescenti importazioni dall’Asia a prezzi stracciati». Lo stabilimento di Terni, si legge nel comunicato stampa della società, dal primo gennaio al 31 luglio ha dovuto versare «mediamente 97 euro per megawattora contro i 21 in Francia, i 32 in Germania, i 35 in Finlandia e i 62 in Spagna».

La chiusura del forno

«Il livello del costo dell’energia elettrica in Italia sta condizionando il piano di rilancio dello stabilimento, vanificando gli sforzi di efficientamento fin qui compiuti ed i benefici degli ingenti investimenti già realizzati dalla gestione Arvedi», scrive la società. Il divario nella competitività riguarda sia i mercati asiatici che quelli europei che affrontano costi energetici inferiori rispetto all’impianto di Terni. Se da un lato è stato deciso lo stop alla produzione di uno dei due forni, dall’altro l’azienda si sta muovendo sui tavoli nazionali ed europei con il supporto della Regione Umbria per ottenere un «costo equo dell’energia». Per la società esiste però una soluzione: «Consentire ad Acciai Speciali Terni di ripristinare le condizioni originali di autoproduzione grazie al collegamento diretto, già esistente, con la centrale ENEL di Galleto».

Foto di repertorio: EPA/NEIL HALL

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