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Terremoto Sogei, indagato anche l’uomo di Elon Musk in Italia: «Affari con SpaceX in cambio di notizie segrete». Ma Stroppa nega tutto

15 Ottobre 2024 - 19:18 Alba Romano
Terremoto Sogei, indagato anche l'uomo di Elon Musk in Italia. Stroppa nega
Terremoto Sogei, indagato anche l'uomo di Elon Musk in Italia. Stroppa nega
L'inchiesta della procura di Roma sugli appalti dei ministeri di Interno e Difesa. Arrestato il dg Paolino Iorio con una mazzetta da 15mila euro

Figura anche Andrea Stroppa, classe ’94, ritenuto dalla Guardia di Finanza il «referente di Elon Musk in Italia», tra le persone indagate dalla Procura di Roma nel procedimento che ha portato all’arresto del dg di Sogei, Paolino Iorio, in un’inchiesta con accuse di corruzione e turbativa d’asta. Come sarebbe coinvolto Stroppa? L’esperto di informatica, accusato di concorso in corruzione, avrebbe ricevuto da un militare, anche lui indagato, un documento della Farnesina in cambio di utilità. Lo scambio di notizie che, scrivono i magistrati, dovevano «rimanere segrete» rientrava in un più ampio accordo in cui sarebbero stati coinvolti un militare della Marina, il legale rappresentante della società Olidata e proprio Stroppa. Quest’ultimo all’Ansa ha voluto dichiarare la sua «totale estraneità rispetto alla contestazione che è stata recentemente formulata».

Il documento della Farnesina

Il militare della Marina avrebbe inoltrato a Stroppa un documento del Ministero degli Affari Esteri redatto, come si legge nel capo d’imputazione, «a margine di una riunione tenutasi in data 29 agosto scorso». L’atto, ha precisato in una nota la Farnesina, non sarebbe da classificare come “riservato” come prevede la legge. Il documento trapelato dovrebbe essere una comunicazione interna al ministero, una sorta di elenco di necessità espresse dal dicastero, ovvero il numero delle ambasciate e consolati da collegare al sistema Starlink se eventualmente fosse andata avanti la procedura. Sulla rete di satelliti creata da SpaceX sarebbero in corso da mesi delle valutazioni nel ministero. L’ipotesi sarebbe quella di utilizzarli per comunicare con le installazioni in aree problematiche della presidenza del Consiglio, degli Esteri e della Difesa. In questo incontro, a cui partecipava anche l’ufficiale del VI Reparto dello Stato Maggiore Difesa, si parlava infatti della «valutazione del progetto finalizzato all’impiego con scopi militari prima e dual use dopo, delle tecnologie satellitari fornite dall’azienda americana SpaceX». Ovvero, la rete di satelliti Starlink. Il militare quindi ne avrebbe approfittato per «contattare successivamente il referente italiano del Gruppo, Andrea Stroppa». In cambio delle informazioni dall’interno del Ministero, l’ufficiale della Marina «accettava la promessa dallo Stroppa, nell’ambito di una più ampia attività di agevolazione rispetto agli interessi della multinazionale SpaceX, della conclusione di un contratto di fornitura tra tale società e la Olidata e la susseguente stipula di ulteriore contratto di partnership tra Olidata e una società partecipata occultamente dal militare».

Il presunto accordo

Per gli investigatori, dalle conversazioni che intercettano, «emerge che da un lato l’ufficiale di Marina programma con un altro indagato l’inserimento di Olidata Spa nell’affare e, dall’altro, lo svolgimento di una certamente illecita propalazione a beneficio dello Stroppa (e, suo tramite dei suoi referenti) di notizie riservate in ordine a decisione assunte nel corso di riunioni ministeriali». Ci sarebbe quindi «un accordo concluso, o in corso di conclusione, al fine di far beneficiare Olidata Spa, e attraverso la stessa l’ufficiale di Marina e un altro indagato, degli affari che il gruppo statunitense potrà concludere con l’amministrazione italiana, grazie all’intervento illecito del pubblico ufficiale».

Stroppa: «I rapporti con i pubblici ufficiali? Corretti e trasparenti»

Il cosiddetto «referente» di Musk ha voluto precisare all’Ansa «che tutti i rapporti che ho tenuto nel tempo con i pubblici ufficiali sono sempre stati improntati alla massima correttezza e trasparenza». Inoltre, l’indagato ha anche sottolineato che sta collaborando con gli inquirenti «auspicando che possa essere accertata in tempi rapidi la mia totale estraneità rispetto ai fatti oggetto di indagine».

L’arresto di Paolino Iorio

Paolino Iorio, attuale dirigente generale della Sogei, società controllata dal ministero dell’Economia, è stato arrestato nella serata di ieri, lunedì 14 ottobre, a Roma. Il manager è stato sorpreso dalla Guardia di Finanza durante uno scambio di una mazzetta da 15mila euro con un imprenditore di un’importante società informatica. In seguito agli arresti, scattati nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura di Roma, le fiamme gialle hanno dato esecuzione di un decreto di perquisizione locale e domiciliare e un decreto di sequestro nei confronti di alcuni imprenditori e pubblici ufficiali. Al momento, nel registro degli indagati figurano 18 persone e 14 società.

Le ipotesi di reato

Sono due le ipotesi di reato contestate ai due arrestati: corruzione e turbata libertà degli incanti, nell’ambito di diverse procedure di appalto in materia di informatica e telecomunicazioni. Si tratta di bandi indetti da Sogei Spa, dal ministero dell’Interno, dal dipartimento della Pubblica Sicurezza, dal ministero della Difesa e dallo Stato Maggiore della Difesa. Tra i soggetti interessati dalle perquisizioni figurano anche Digital Value e Olidata, due società che si occupano di IT e consulenza elettronica.

Gli scambi di denaro due volte al mese

Paolino Iorio ora si trova agli arresti domiciliari. Secondo l’accusa, il manager – prima in qualità di direttore ingegneria, infrastrutture e datacenter e successivamente di direttore generale della società – «riceveva indebitamente, in più occasioni, per l’esercizio delle sue funzioni, somme di denaro» da parte dell’imprenditore arrestato. In particolare, fa sapere la procura, «a fronte di una serie di contratti stipulati con Sogei Spa si impegnava ad acquistare prodotti e servizi forniti dalle imprese per un valore complessivo di oltre 100 milioni di euro». Lo scambio di mazzette scoperto ieri dalla Guardia di finanza sarebbe solo l’ultimo di una lunga serie. Secondo l’accusa, i due si scambiavano denaro, nell’ordine delle decine di migliaia di euro, circa due volte al mese dal novembre 2023.

(in copertina foto da X di Stroppa)

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