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I veleni e le fughe dal Conclave, le voci sui 6 candidati favoriti. Lo «spettacolo indecoroso» per fregare i cardinali inesperti: «Io via da Roma per un po’»

Cardinali
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Sei cordate per altrettanti nomi si starebbero formando in vista del Conclave del 7 maggio. Cresce la pressione soprattutto sui porporati alla prima esperienza e che parlano poco o niente l'italiano

A tre giorni dall’inizio del Conclave, tra i cardinali non c’è ancora un nome davvero forte che possa mettere più o meno tutti d’accordo. Al cardinale Pietro Parolin sono attribuiti almeno 45 voti finora, secondo i retroscena dei quotidiani. Il segretario di Stato vaticano da favorito è già finito sotto attacco. Come ha già spiegato Open, gli attacchi per l’operato sotto il pontificato di Bergoglio e i veleni sulla salute del porporato vicentino non mancano, tanto dall’ala più conservatrice, tanto da quella bergogliana. Un modo certamente per indebolirne la candidatura, mentre sembrano stabilizzarsi sei cordate principali attorno ad altrettanti aspiranti pontefici.

I sei principali candidati

Oltre a quella di Parolin, secondo il Messaggero stanno prendendo forma altre cinque candidature, spinte da altrettanti cordate di cardinali. Tra questi ci sarebbe il sempre più citato porporato filippino Tagle; non mancherebbe l’alternativa italiana sia con Matteo Zuppi, che con Pierbattista Pizzaballa; c’è poi l’ungherese Erdo, su posizioni più conservatrici; infine il francese Aveline. Open aveva anche anticipato movimenti sul maltese Grech, con una sua cordata. Nessuno di questi può vantare numeri vicini al quorum, sui 133 cardinali votanti.

Gli outsider

La situazione viene definita ancora molto fluida. E i tanti interventi nelle Congregazioni generali confermano che le voci e le posizioni interne al corpo elettorale cardinalizio sono ancora molto variegate. Per quanto diversi cardinali sperino in un Conclave breve, se nelle prime votazioni il nome di Parolin non dovesse imporsi, spiega il Messaggero, i tempi potrebbero allungarsi in modo importante. E se le cose dovessero andare per le lunghe, sarebbe sempre più probabile l’emergere di una figura da underdog. E quindi circolano i nomi dello svedese Arborelius, oltre che degli spagnoli salesiani Artime e Lopez Romero.

La campagna elettorale

Nelle ultime 48 ore prima dell’inizio del Conclave, i cardinali si riuniranno due volte e non più una al giorno. Chiedono più tempo per potersi parlare, per conoscersi meglio, dopo anni di freno da parte di Papa Francesco. Oggi per i cardinali è una domenica «libera». C’è chi celebrerà messa in una chiesa romana, chi invece si incontrerà fuori dalle mura vaticane. La pressione pare crescere, soprattutto sui più inesperti che si ritrovano magari al primo Conclave. Tant’è che, racconta il Giornale, c’è chi ha proprio deciso di andarsene un po’ lontano da tutti. Spinto soprattutto dall’indignazione per quel che sta succedendo nella pause delle Congregazioni.

«Francesco voterebbe per lui»

Un cardinale di Curia particolarmente influente, scrive il Giornale, avrebbe iniziato a tampinare i colleghi chiedendo di votare un candidato preciso, «perché è l’unico che può garantite continuità con l’opera avviata da Francesco». Bersagli principali di quella serrata campagna elettorale sarebbero soprattutto i cardinali che arrivano da più lontano, che magari parlano poco o niente l’italiano e soprattuto ignorano le dinamiche e le possibili trappole della Curia Romana. A stranire i cardinali è poi da chi arriva la richiesta. Si tratterebbe di un porporato che in realtà con Bergoglio non aveva granché in comune. Anzi sarebbe stato giudicato «freddo» sui provvedimenti del Papa.

Il tentativo di «turlupinare» i cardinali inesperti

Qualcuno ci sarebbe quasi cascato, prendendo per buona l’indicazione del cardinale a sostegno di un candidato filo-bergoglio. Di fatto però la voce del tentativo di «turlupinare» i porporati si è sparsa al punto da disinnescare manovre considerate a dir poco precoci e ardite. Qualcuno non ha retto e ha deciso di sparire per un po’: «Ho assistito a una di queste scene, per questo ho deciso di andarmene da Roma per qualche giorno, perché avevo bisogno di purificarmi – ha raccontato un cardinale elettore – è la prima volta per me in Sistina, ma arrivare a tanto è davvero troppo». Un italiano taglia corto e bolla quello «spettacolo indecoroso», «non pensavo si potesse arrivare a tanto, sembrava di stare al Transatlantico».

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