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L’avvertimento Ue per Trump, altri contro-dazi europei senza un accordo. Dal whisky ai Suv, fino ai Boeing: cosa c’è nell’elenco da 100 miliardi

Ursula von der Leyen
Ursula von der Leyen
La lista, in consultazione pubblica fino al 10 giugno, include prodotti simbolo dell'export americano. «Siamo pronti a tutto», ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen

L’Unione europea «è sempre aperta al negoziato con gli Stati Uniti», ma «allo stesso tempo è pronta a tutto». Con queste parole, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha annunciato la nuova maxi-lista di contro-dazi dopo quella del 12 marzo scorso – stilata da Bruxelles per rispondere alle tariffe “reciproche” e sulle auto volute da Donald Trump, che scatterà in assenza di un’intesa con Washington. «I dazi stanno già avendo un impatto negativo sulle economie globali: l’Ue rimane impegnata a trovare soluzioni con gli Stati Uniti, ma continuiamo a prepararci a tutte le possibilità e la consultazione avviata oggi ci aiuterà a orientarci in questo», ha detto von der Leyen. 

Cosa c’è nella lista?

Con l’elenco di 218 pagine, ora aperto e in consultazione fino al 10 giugno, la Commissione europea alza il tiro contro gli Stati Uniti, proponendo una lista di possibili contro-dazi che prende di mira settori simbolici e politicamente sensibili degli Stati Uniti. Tra i prodotti figurano icone del Made in Usa come il bourbon del Kentucky, le aragoste del Maine, gli agrumi della Florida, i microchip texani e le tecnologie della Silicon Valley. Il totale delle esportazioni statunitensi potenzialmente interessate dalle nuove misure supera i 95 miliardi di euro. Di questi, 6,4 miliardi riguardano il comparto agroalimentare, che comprende frutta secca, ortaggi, conserve, vino, birra, superalcolici, carni e animali vivi – inclusi il foie gras e le frattaglie – oltre a succhi e sciroppi. Altri 500 milioni si riferiscono al settore ittico e all’acquacoltura, con una vasta gamma di prodotti tra cui salmone affumicato e crostacei.

A rischio rincari schermi, videocamere e siringhe

La fetta più significativa – oltre 88 miliardi di euro – è legata invece ai beni industriali. Tra questi, 10,5 miliardi di euro riguardano il settore aeronautico, inclusi gli aerei prodotti da Boeing; 10,3 miliardi a componenti per autoveicoli, mentre 2 miliardi coprono i veicoli finiti. Altri settori includono la chimica e plastica (12,9 miliardi), le apparecchiature elettroniche (7,2 miliardi) come schermi, radar e videocamere, e i dispositivi sanitari non farmaceutici (quasi 10 miliardi), tra cui siringhe e altri articoli usa e getta, considerati facilmente rimpiazzabili. Chiude la lista il settore macchinari, che spaziano dalle attrezzature agricole a quelle per la lavorazione di metalli, pietre e materiali da costruzione, colpiti per quasi 12 miliardi.

Che cosa è escluso dai contro-dazi Ue

Parallelamente, l’Ue valuta di limitare alcune proprie esportazioni verso gli Stati Uniti, concentrandosi su materiali considerati strategici per l’industria europea, come i rottami di acciaio e alluminio (finora esclusi dalle tariffe Usa) e alcuni composti chimici usati nel settore agroalimentare. Restano fuori dall’elenco farmaci, semiconduttori e materie prime strategiche al momento non soggette alle tariffe statunitensi, come rame, legname e materiali critici. Dopo la consultazione, l’elenco potrà essere rivisto e dovrà essere approvato dai Paesi membri. Al termine della consultazione pubblica, la lista potrà essere modificata e dovrà ricevere l’approvazione definitiva degli Stati membri dell’Unione.

Foto copertina: ANSA / EPA/RONALD WITTEK | Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue

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