Carlo Conti e il ricordo della mamma: «Una roccia, senza di lei non sarei arrivato»


«Una roccia coi capelli grigi». Questo il ricordo del conduttore Carlo Conti nei confronti della madre, Lolette, mancata nel 2002 a 81 anni. A Elvira Serra sul Corriere della Sera, in occasione della festa della mamma, ricostruisce i ricordi d’infanzia con lei e le sfide che ha affrontato anche con il suo aiuto. «La notte faceva assistenza in ospedale, per poter stare con me di giorno, ma già la mattina andava a fare le pulizie a casa di altri, e sotto Natale aiutava una cartoleria come commessa. Non si lamentava mai», spiega. Il padre di Carlo Conti, Giuseppe, morì per un tumore ai polmoni quando lui aveva appena 18 mesi. «Non so se sarei quello che sono, se fosse successo il contrario e ad allevarmi fosse stato mio padre», racconta.
«Mi aiutò a comprare il primo 45 giri»
I regali? «Non è che ci fossero i soldi per i regali, per anni ho sognato un paio di jeans nuovi – racconta – e
invece indossavo quelli che non metteva più mio cugino, oppure usavo le scarpe che erano state di qualcun altro. Il primo mangiadischi lo ebbi quando una vicina decise di buttare il suo, ma la mia
mamma mi aiutò a comprare il primo 45 giri dall’elettricista: a quei tempi in quel negozio trovavi di tutto, dalle lampadine al tostapane». «Mi aveva fatto studiare perché mi diplomassi e trovassi il posto fisso. Ma questo figlio che faceva radio, lavorava nelle tv locali, andava a far serate in piazza non la faceva
stare tanto tranquilla. Però dopo che feci “In bocca al lupo“, nel ’98, ho capito che sarebbe morta tranquilla: da quel momento per fare la spesa cominciò a impiegarci un’ora, un’ora e mezzo, perché la fermavano tutti per farle i complimenti per me». E infine il ricordo proiettato su sua moglie Francesca e il figlio Matteo: «In alcuni battibecchi tra lei e Matteo rivedo me con la mia mamma. Francesca è molto materna, è generosa, ha una marcia in più. Se il buon Dio avesse dato anche a noi maschi la possibilità di
partorire, credo che forse non saremmo così numerosi al mondo, ma di sicuro più rispettosi verso le donne».