Puff Daddy a processo. L’ex fidanzata Cassie Ventura racconta l’incubo delle feste: «Disgustose e umilianti»


Il secondo giorno del processo a Sean Combs, detto Diddy, in arte Puff Daddy, per associazione a delinquere e traffico sessuale, ha visto come protagonista l’ex fidanzata Cassie Ventura. Una testimonianza cardine per la difesa, la prova inoppugnabile dell’atteggiamento violento di Puff Daddy dopo la diffusione da parte della Cnn di un video di sorveglianza dell’InterContinental Hotel di Los Angeles risalente al 2016 in cui il rapper la picchiava. Quella di ieri è stata solo la prima giornata di testimonianza per Cassie, questo il nome d’arte della cantante R&B, incinta di tre mesi, domani la attende una seconda.

Come è nata la relazione con Diddy
Secondo quanto raccontato in aula, le strade di Puff Daddy e Cassie Ventura si incrociano quando la ragazza, all’epoca 19enne, firma per la Bad Boy Records nel 2006. I due si vedono sporadicamente a eventi mondani, il primo approccio sessuale avviene a Las Vegas, durante la festa per i 21 anni della ragazza, che rimane «confusa» quando Diddy la trascina in bagno e la bacia. Lei subito dopo scappa in lacrime. La ragazza racconta che all’epoca era una «giovane, nuova artista che non conosceva bene la situazione quando si trattava di cose del genere». Lui, c’è da ricordarlo, non solo era un artista di successo, ma una delle più influenti personalità dello showbiz americano che, in quel momento, aveva in mano la carriera, il sogno, il futuro della ragazza: «È stato lui a prendere le decisioni, quasi tutte – ha raccontato Cassie – Avevo un nuovo disco, glielo facevo ascoltare. È stato lui a decidere cosa avrei fatto dopo». Ma la situazione non era ancora degenerata, lei ancora lo vedeva come un «ragazzo divertente che per puro caso aveva anche la mia carriera nelle sue mani».
I dettagli della relazione con Sean Combs
Dal racconto di Cassie Ventura si evince chiaramente la natura della relazione con Sean Combs, già durante i primi tempi, continua a raccontare la donna, il producer le proponeva incontri voyeuristici in cui le chiedeva di farsi guardare mentre faceva sesso con altri uomini. La cosa la sciocca ma non riesce a dire di no («Non sapevo come reagire, non volevo turbarlo»). Nel frattempo anche i rapporti sessuali tra di loro hanno qualcosa di malato, sono «troppi» e violenti. Lei ne esce spesso con bernoccoli in fronte, labbra spaccate e lividi su tutto il corpo.

I primi Freak Off
Quando Sean Combs decide di coinvolgerla nei suoi Freak Off, le famigerate feste a base di droga e sesso, Cassie Ventura ha 22 anni. Come racconta durante la testimonianza, «voleva renderlo felice», ma l’esperienza è da incubo. La ragazza racconta di essere stata costretta a rimanere sveglia per giorni interi contro la sua volontà, ammette l’utilizzo di droghe, ecstasy o cocaina, sempre fornite dal fidanzato, per dissociarsi da quella orrenda realtà. Diddy controllava tutto, dalla durata delle «sessioni» fino a costumi, luci e azioni, con schemi che erano sempre più o meno gli stessi e che spesso prevedevano atti umilianti. La donna ha raccontato di quelle volte in cui il rapper le urinava addosso o addirittura chiedeva di farlo ad una delle sue guardie del corpo. «Mi sentivo disgustata – racconta l’artista – Ero umiliata. Non avevo le parole per esprimere quanto mi sentissi orribile in quel momento, e non riuscivo a parlarne con nessuno. È stato disgustoso. È stato troppo. È stato travolgente». Come se non bastasse, Combs ai tempi prese letteralmente il controllo della vita della sua compagna. Decideva tutto: dal look per i suoi famigerati party al colore delle unghie e l’acconciatura dei capelli. Ricorrenti fin dai primi tempi della relazione anche le discussioni sul suo corpo, che lui controllava rigidamente. «La mia autostima ha subito un duro colpo per tutta la durata della relazione: era lui a stabilire chi ero, chi volevo essere, chi mi era permesso essere». Secondo la testimonianza, il noto litigio del 2016 avvenne proprio perché la ragazza, esausta, aveva deciso di lasciare un Freak Off prima che Diddy avesse deciso che fosse finito.
L’organizzazione dei Freak Off
Ciò che emerge dalla sua testimonianza è come per Puff Daddy le feste non fossero una deviazione malsana dalla quotidianità, ma qualcosa di ricorrente che prevedeva anche un complesso lavoro da parte del suo team per organizzarli. Un lavoro a cui spesso, come testimonia, partecipava la stessa Cassie Ventura. Le feste venivano organizzate sia a casa sua che a casa di Combs, oltre che in hotel a New York, Miami, Los Angeles, Atlanta, Las Vegas, Ibiza e Turks e Caicos. In quel caso i nomi da utilizzare erano “Frank White” o “Frank Black”, mentre le camere per le spogliarelliste dovevano essere prenotate a nome “Jackie Star”. Combs aveva precise pretese riguardo la fisicità delle spogliarelliste invitate alle sue feste, se una spogliarellista era nuova nel giro dei suoi party, la stessa Cassie Ventura aveva il compito di assicurarsi che non si trattasse di un agente di polizia. Lo staff di Puff Daddy poi aveva il compito di occuparsi anche di ampia fornitura di preservativi, dell’ormai noto olio per bambini e dei viaggi, spesso complessi perché si trattava di spostamenti tra Stati diversi.