Le suore di clausura in fuga dal convento di Vittorio Veneto accusano l’abate: «Noi, evase come dei carcerati». Il giallo dei 200mila euro


Si apre un nuovo capitolo nel caso che ha scosso il monastero dei Santi Gervasio e Protasio a Vittorio Veneto. Due suore di clausura hanno deciso di parlare, in forma anonima, in un’intervista rilasciata al Gazzettino, e gettando ombre pesanti sulla gestione interna del convento e sul ruolo della commissione nominata dopo l’allontanamento di due consorelle. Secondo quanto riferito dalle religiose, a colloquio con Pio Dal Cin, l’ambiente all’interno del monastero era diventato invivibile a causa di un clima di forti pressioni psicologiche, continue ispezioni e decisioni che avrebbero profondamente minato la serenità del monastero. In tutto questo ora spunta un nuovo aspetto da chiarire: la presunta sparizione di 200mila euro.
Il mistero dei 200mila euro
La questione più grave sollevata dalle due sorelle, infatti, riguarda la presunta sparizione di oltre 200mila euro dai conti bancari e postali del convento. Le due suore affermano che, subito dopo l’espulsione di suor Maria Paola Dal Zotto e di suor Aline Pereira, la commissione incaricata avrebbe modificato gli intestatari dei conti, appropriandosi di quei fondi, e non solo. «I membri della commissione hanno cambiato i nomi degli intestatari dei conti del convento. Di fatto, si sono intestati i conti bancari e postale, una cifra di oltre 200mila euro, assieme a tutti i contanti che suor Aline aveva nella sua cella», hanno dichiarato.
Cos’è successo nel convento di Vittorio Veneto
Per capire la rilevanza di questa nuova dichiarazione, bisogna fare un passo indietro. Nel 2023, suor Aline Pereira Ghammachi, a soli 34 anni è diventata la più giovane a guidare un convento in Italia, ma fu espulsa dopo una visita apostolica che rilevò criticità nei rapporti interni e nella gestione dell’autorità. Al suo posto furono nominate una nuova superiora, una consigliera e una psicologa. La decisione arrivò, in particolare, dopo una lettera accusatoria firmata da quattro suore, che contestavano a madre Aline atteggiamenti autoritari e violazioni della clausura. Secondo alcune suore fuggite dal monastero, però, il clima sarebbe peggiorato proprio dopo la sostituzione di quelle due sorelle.
Le «vessazioni» dopo quella lettera
Dopo quella lettera, hanno rivelato le due suore al Gazzettino, sono partite una serie di visite ispettive. «È iniziato un vero e proprio periodo di forte vessazione psicologica con otto visite al convento da parte di una commissione che non ha fatto altro che spaventarci e toglierci la serenità di cui avevamo bisogno in un ambiente di preghiera come il monastero», hanno raccontato. «Imposizioni varie e limitazione delle nostre libertà di espressione e il riconoscimento del nostro diritto ad essere delle persone capaci di agire e pensare. Siamo dovute fuggire come dei carcerati dalla prigione, di notte abbiamo portato fuori i bagagli di nascosto e al mattino presto siamo fuggite passando prima dai carabinieri per notificare loro l’accaduto. Siamo scappate senza nemmeno i soldi per la spesa».
«Il monastero? Chiuderà, è solo questione di tempo»
Quelle ispezioni hanno cambiato tutto e la lettera, stando al racconto delle due sorelle, sarebbe stata strumentalizzata. «È arrivato l’abate Lepori e ha tagliato in due la nostra comunità spezzandone per sempre l’armonia. La lettera che ha usato come pretesto è stata scritta da sorelle che purtroppo avevano grossi problemi personali». Ovvero: «Una di loro si era perfino accanita contro uno dei due cagnolini del convento, arrivando anche a colpirlo con calci e altri dispetti. Ad un’altra è stata diagnosticata la schizofrenia e una celebrava strani riti in cimitero. Una quarta diceva di ricevere messaggi da Gesù. Persone fragili che per debolezza e invidia hanno scatenato un inferno. Padre Lepori ha visto la possibilità di inserirsi in questo contesto e ci ha distrutte». Le speranze per il futuro di quel monastero stanno, infatti, svanendo: «È inevitabile che venga chiuso. Le sorelle rimaste – undici più la nuova badessa – sono anziane e non riusciranno a gestire tutte le attività. Suor Martha ha già allontanato i ragazzi disabili che gestivano l’orto perché non gradisce presenze esterne nel monastero. La chiusura è solo questione di tempo».