Israele, arrestato il leader della marcia contro la guerra a Gaza. Chi è e di cosa è accusato Alon-Lee Green – I video
Alon-Lee Green, uno dei leader più in vista della società civile israeliana, è stato fermato insieme a diversi altri attivisti legati all’Ong “Standing Together”, e dovrà restare in detenzione per almeno altri 3 giorni. Lo ha deciso oggi il tribunale di Ashkelon dopo che ieri Green, 37 anni, aveva guidato una marcia di protesta contro la guerra a Gaza cercando di raggiungere a piedi proprio il confine con la Striscia. La marcia, partecipata secondo quanto riferisce l’Ong da «centinaia di attivisti ebrei e palestinesi uniti nel chiedere la fine di questa catastrofica guerra e l’immediato ritorno degli ostaggi», è stata interrotta con la forza dalla polizia quando i manifestanti, partiti dalla città di Sderot, hanno iniziato ad avvicinarsi alla zona di confine con Gaza, qualificata come area militare. Gli attivisti avanzavano al suono dei tamburi e brandendo cartelli e striscioni contro Benjamin Netanyahu e il suo alleato di destra Itamar Ben Gvir, il più accanito sostenitore della linea dura su Gaza, tanto da lasciare il governo nei mesi scorsi quando il governo accettò una tregua temporanea con Hamas e da gridare allo scandalo oggi per la parziale ripresa del flusso di aiuti umanitari per la popolazione palestinese. La polizia, che Ben Gvir supervisiona come ministro della Sicurezza nazionale, s’è messa di mezzo e ha fermato gli attivisti che minacciavano di spingersi verso la zona militare, fermando alla fine nove persone, tra cui il co-direttore di “Standing Together” Alon-Lee Green.
La detenzione degli attivisti e il grido d’allarme dell’Ong
Green e gli altri attivisti fermati sono comparsi oggi di fronte al giudice al tribunale di Ashkelon, assistiti dai loro legali, per rispondere delle accuse formulate dalla polizia di violazione della quiete pubblica, blocco stradale, partecipazione a un raduno proibito e resistenza a pubblico ufficiale. La polizia aveva chiesto di prorogare la detenzione di altri 7 giorni, la difesa chiedeva il loro rilascio. Il giudice al termine dell’udienza ha deciso alla fine di prorogare la detenzione per 3 giorni di sette attivisti, tra cui Green. “Standing Together”, tra le Ong più attive da mesi nell’opposizione alla guerra a Gaza, grida allo scandalo e si fa forza di quanto accaduto per chiedere all’opinione pubblica, israeliana e non solo, di reagire a quanto accaduto: «La polizia chiude un occhio su coloro che hanno compiuto un pogrom nella sinagoga di Ra’anana e ferito civili, ma imprigiona coloro che cercano di liberare i rapiti e fermare l’eterna guerra che ci sta uccidendo tutti», dichiara l’Ong rievocando la linea “morbida” seguita dalle autorità su un recente assalto di attivisti di ultradestra, per poi appellarsi a «chiunque non sia disposto a restare a guardare a unirsi alla lotta per porre fine alla guerra e liberare i rapiti». Mentre l’altra co-direttrice dell’associazione, Rula Daood, definisce «pazzesca» l’involuzione del sistema.
May 19, 2025
Cosa dice la polizia
Contattata da Open, la polizia israeliana si difende dalle accuse sostenendo di aver applicato le regole di fronte a una serie di comportamenti illegali degli attivisti: «Durante una manifestazione nei pressi della città di Sderot – è la ricostruzione di un portavoce – una serie di partecipanti ha tentato di bloccare il traffico e deviato dal tragitto concordato della marcia. Così facendo hanno disturbato l’ordine pubblico, interferendo con le operazioni di polizia, e messo in pericolo sia se stessi che la sicurezza degli altri sulla strada. A seguito del rifiuto di seguire le istruzioni della polizia intervenuta, gli agenti hanno dovuto fermare diversi individui per interrogarli». Secondo la polizia israeliana, dunque, nessun attacco al diritto alla protesta o alla libertà di espressione, ma «quando le manifestazioni sfociano in attività illegale, mettendo in pericolo il pubblico, o ostruiscono i doveri di legge del personale di polizia, gli agenti prenderanno tutte le misure legali necessarie per mantenere la sicurezza pubblica e far rispettare la legge».
L’articolo è stato aggiornato rispetto alla versione iniziale per includere la versione della polizia israeliana