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Il concerto green di Elisa a San Siro: «Gli esempi si possono dare solo con le azioni»

28 Maggio 2025 - 15:21 Gemma Argento
Dal riuso dei materiali ai biocarburanti, fino al nuovo parco urbano nell'area circostante allo stadio: «Un grande abbraccio collettivo ma anche un segnale per tutta l'industria musicale», spiega l'artista triestina.

C’è un prima volta anche per chi è sulla scena da 28 anni. Il 18 giugno Elisa calcherà per la prima volta il palco di San Siro. Un debutto atteso e celebrato da un sold out annunciato. Il viaggio musicale dell’artista triestina toccherà gli esordi in lingua inglese, la svolta italiana e le numerose collaborazioni, una forma di autobiografia artistica in tempo reale che vedrà il palco di San Siro diventare un’enorme tela visiva tra proiezioni, luci ed elementi scenografici.

Ma dietro la festa che radunerà tutti i fan della cantante si muoverà qualcosa anche di più: un’idea diversa di concerto e il tentativo di intrecciare la grande macchina dello spettacolo con la questione ambientale. L’impegno della cantante sui temi della sostenibilità è noto già da diverso tempo ma quella di San Siro sarà un’occasione per sperimentare un possibile modello di sostenibilità per i grandi eventi: «Lo stadio sarà un grande abbraccio, ma anche un segnale», ha spiegato la cantante nella conferenza stampa di presentazione, «oggi non si può più scindere la bellezza dall’attenzione al mondo che ci ospita». Mentre quindi si allestisce un live immersivo tra installazioni e scenografie pensate per abbracciare lo stadio, prende forma un piano parallelo per rendere più sostenibile la grande macchina musicale che si muove attorno. «L’obiettivo è dare alla sostenibilità il grande peso che ha», continua Elisa, «è da un lato un onore potermene occupare ma dall’altro sento dispiacere per il fatto che non sia ancora del tutto normale e consueto, non vedo l’ora che diventi qualcosa di usuale fare grandi concerti nel modo in cui stiamo provando a farlo noi. Gli esempi si possono dare solo con le azioni, con la verità e l’onestà, non tanto con le parole. La mia felicità sta nel fatto che ci stiamo occupando di cose davvero concrete e utili per la comunità».

Una produzione a impatto ridotto

Dai materiali riciclati ai fornitori locali, fino al sistema energetico alimentato da fonti rinnovabili, l’obiettivo è quello di rendere più sostenibile un evento che sposterà migliaia di persone. Per questo nel progetto di realizzazione anche la raccolta differenziata, una campagna sul riuso dei vestiti e l’introduzione del biocombustibile HVO al posto del gasolio per alimentare i generatori, con una stima di riduzione delle emissioni del 70%. «L’obiettivo ambizioso sarà quello di ridurre l’impatto ambientale di un evento da stadio senza sacrificare la qualità artistica. Con il concerto di Elisa a San Siro sarà realizzato un ulteriore passo verso la transizione sostenibile della filiera musicale e dei grandi eventi», spiega Andrea Rapaccini, presidente di Music Innovation Hub, impresa sociale da anni impegnata nella transizione sostenibile dell’industria musicale. In prima linea anche Fondazione Cariplo, Fondazione di Comunità Milano e il Comune di Milano.

Gli organizzatori parlano di una produzione «a impatto ridotto» con una sperimentazione mirata a rendere San Siro una specie di laboratorio di prova per dimostrare anche tecnicamente quanto scelte responsabili possano essere fatte anche su larga scala.  

Elisa, del resto, ci lavora da tempo. Nel 2022 ha contribuito a introdurre il primo protocollo ESG per i concerti in Italia. Da allora si parla più spesso, anche tra artisti e promoter, di come ridurre l’impronta ambientale degli eventi. A raccogliere e analizzare i dati ci penseranno due società indipendenti, Tetis e JustonEarth, con la promessa di rendere tutto trasparente e verificabile.

La sostenibilità nei grandi eventi resta un terreno complicato, dove buone intenzioni e marketing si confondono facilmente. Il caso di Elisa mette in discussione un modello nel tentativo di spostare la responsabilità dal singolo artista all’intera filiera. Il 18 giugno sarà a questo proposito un banco di prova non solo per la cantante ma per un’industria musicale ad oggi chiamata a prendere sul serio la questione ambientale.

Un’eredità a due chilometri dal palco

Oltre la notte del concerto, anche un progetto di continuità a pochi passi dallo stadio. In un’ex cava abbandonata nascerà Plantasia – Parco Sonoro, uno spazio verde recuperato grazie a tecniche di fitobonifica, che ospiterà un percorso musicale immersivo, ispirato all’album Mother Earth’s Plantasia di Mort Garson, il disco degli anni ’70 pensato per far “ascoltare la musica alle piante”.

«Il progetto è sostenuto da fondi pubblici e da una raccolta popolare che coinvolge cittadini, aziende e altri artisti. E se tutto andrà come previsto, Plantasia diventerà il primo parco sonoro di Milano», spiegano gli organizzatori, «non un monumento, ma un’eredità concreta: un pezzo di città trasformato grazie a un evento culturale»

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