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Garlasco, lo scandalo sessuale del santuario della Bozzola entra nell’inchiesta. Cosa c’entra il ricatto a Don Vitali con l’omicidio di Chiara Poggi

31 Maggio 2025 - 18:27 Cecilia Dardana
santuario bozzola don gregorio vitali
santuario bozzola don gregorio vitali
La procura di Pavia pronta ad acquisire gli atti dell'indagine sul caso dell'ex rettore del santuario vicino a Garlasco. L'avvocato di Andrea Sempio lo aveva auspicato

La procura di Pavia, che ha avviato un nuovo filone di indagine sull’omicidio di Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, acquisirà nei prossimi giorni gli atti dell’inchiesta sul ricatto a luci rosse all’ex rettore del santuario della Bozzola, don Gregorio Vitali. Don Gregorio, religioso molto conosciuto nel territorio pavese, fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale orchestrato da due romeni: Flavius Savu e Florin Tanasie. Sono tanti i misteri che ruotano attorno a questo luogo sacro, al centro delle nuove indagini, come la catena di strani suicidi della Lomellina, le voci di satanismo, il giro di pedofilia e, appunto, il ricatto a luci rosse a don Gregorio Vitali.

I ricatti a don Gregorio Vitali

Secondo quanto venne accertato dagli inquirenti, Flavius Savu e Florin Tanasie avevano adescato il sacerdote con l’intento di filmarlo in situazioni compromettenti per poi ricattarlo. Il contenuto delle riprese era a carattere sessuale. Dopo aver ottenuto il video, i due cominciarono a minacciarlo, chiedendogli denaro per non diffondere il filmato. Dopo numerosi ricatti, don Vitali trovò il coraggio di denunciare i fatti alle autorità, nonostante il danno d’immagine e la delicatezza del ruolo ricoperto. Le indagini portarono all’identificazione e all’incriminazione dei due uomini romeni, che nel 2014 furono condannati dal tribunale di Pavia per estorsione aggravata. Tuttavia, al momento della condanna, i due erano già irreperibili: si erano dati alla latitanza e da allora risultano fuggitivi, con un mandato di cattura pendente.

Il «segreto» scoperto dal Chiara Poggi

Ma cosa c’entra questo con il delitto di Chiara Poggi? L’avvocato Massimo Lovati, uno dei legali di Andrea Sempio, indagato per la nuova indagine sul delitto di Garlasco, in alcune interviste ha parlato di un possibile «segreto» scoperto dalla ragazza, proprio su fatti a sfondo sessuale avvenuti al santuario della Bozzola. E sempre secondo l’avvocato, un sicario potrebbe avere ucciso la ragazza nella villa di via Pascoli, per impedirle di parlare. Potrebbe essere dunque questo, nell’ipotesi, il movente: Chiara Poggi aveva scoperto qualcosa che non avrebbe dovuto sapere e qualcuno l’ha uccisa per tapparle la bocca.

Il prelievo del Dna

Intanto anche altre persone, oltre a quelle già previste, saranno sottoposte al prelievo del Dna in vista dell’incidente probatorio che la polizia scientifica avvierà il prossimo 17 giugno. Ad essere sottoposti al prelievo, in una clinica di Milano, saranno sicuramente le gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara, Marco Panzarasa, amico della vittima e di Alberto Stasi (condannato nel primo filone di indagini a 16 anni di carcere), gli amici di Marco Poggi (fratello di Chiara), il medico legale che entrò nella villa per esaminare il cadavere e alcuni investigatori. È probabile che l’elenco si allunghi, perché il giudice Daniela Garlaschelli ha autorizzato anche l’inserimento di altri nomi, in base alle valutazioni dei consulenti di parte e degli avvocati.

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