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Sulla gamba di Chiara Poggi una ferita da una scarpa col tacco, perché non era quella di Stasi: l’ipotesi di una donna con l’assassino a Garlasco

garlasco omicidio chiara poggi alberto stasi andrea sempio
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Nella villetta di via Pascoli a Garlasco quell'agosto 2007 non era stata ritrovata solo l'impronta della scarpa numero 42, già attribuita ad Alberto Stasi. Com'è stata uccisa Chiara Poggi e che cosa era emerso dall'autopsia

C’è più di un elemento nelle mani degli inquirenti di Pavia che fa pensare alla presenza di un complice dell’assassino di Chiara Poggi sul luogo del delitto. Sul corpo di Chiara Poggi era stato ritrovato il segno di una scarpa, la punta o un tacco, ricordano sul Giorno Guido Bander a Gabriele Moroni. Ed è dalla rilettura della relazione sull’autopsia della vittima che emergerebbero sospetti ben più solidi di semplici suggestioni. Come ad esempio un’altra impronta di scarpa che torna nelle indagini. Diversa da quella numero 42 di una calzatura Frau già in passato attribuita al killer e quindi ad Alberto Stasi, finora unico condannato in via definitiva per l’omicidio della sua fidanzata. Andrea Sempio è indagato per concorso in omicidio dalla procura di Pavia, con gli inquirenti che ancora non escludono potesse esserci un’altra persona al momento del delitto.

Come è stata uccisa Chiara Poggi: l’autopsia

Nella crudezza del linguaggio medico-legale, il prof. Marco Ballardini tracciava il modo in cui la 26enne sarebbe stata uccisa, aprendo due ipotesi. La mattina del 13 agosto 2007, Chiara Poggi muore nella sua villetta in via Pascoli a Garlasco per la «lacerazione dell’encefalo contestuale alla frattura con sfondamento del cranio». Ma cosa ha provocato quella ferita mortale? Secondo l’autopsia, sono stati «meccanismi contusivi reiterati apportati mediante corpo contundente». Su Chiara qualcuno si è accanito usando «uno strumento pesante, vibrato con notevole forza». Quell’arma del delitto doveva avere «per lo meno uno spigolo netto» usato solo contro la testa della vittima.

Le ferite sul volto

Sul viso di Chiara Poggi erano state osservate delle ferite. Il prof. Ballardini nelle sue 51 pagine di relazione spiegava che quelle «lesioni ecchimotico-escoriate» poteva essere legate «ad azioni violente mediante l’utilizzo di mezzi contundenti naturali». Chiara è stata quindi presa a pugni, in una ipotetica lite prima di essere uccisa o per desiderio di punizione da parte di chi le ha voluto togliere la vita.

Le ferite sulla coscia con una scarpa col tacco

C’è poi una particolare ferita sulla coscia sinistra di Chiara Poggi che apre un altro scenario. Nella relazione autoptica si ipotizza l’attribuzione «a un calettamento violento dal tacco o dalla punta di una scarpa». Difficile che si tratti della stessa scarpa Frau attribuita a Stasi, quella della «camminata» del killer dal salone alla cucina di casa Poggi, passando dal bagno e infine alla soglia delle scale per la cantina dove Stasi ha trovato il corpo di Chiara per poi dare l’allarme. La suola delle scarpe da uomo, con suola a pallini, all’epoca esclusiva Frau, numero 42 non hanno tacco. Così come non ce l’hanno le Lacoste senza alcuna macchia che lo stesso Stasi aveva consegnato agli inquirenti.

C’era una donna con l’assassino di Chiara?

Se quindi le scarpe attribuite a Stasi non sarebbero compatibili con l’impronta rilevata sulla coscia sinistra di Chiara, il sospetto è che si possa trattare di una calzatura femminile. E quindi che sul luogo del delitto quella mattina del 13 agosto ci fosse anche una donna. Questa avrebbe infierito per una sorta di disprezzo sul corpo di Chiara, su cui avrebbe inflitto una ferita sostanzialmente inutile in confronto con le altre sul corpo della ragazza.

Chiara Poggi uccisa senza potersi difendere

La vittima non avrebbe avuto il modo e il tempo di difendersi dal suo o suoi assassini. Il prof. Ballardini rileva sul corpo di Chiara Poggi «scarsamente efficaci o anche assenti tentativi di difesa della Poggi, quantomeno nella fase in cui era colpita al capo». E spiega che di solito le vittime hanno almeno qualche ferita alle braccia quando tentato di difendersi. Chiara però potrebbe aver tentato di scappare, come indicano le contusioni su braccia e gambe, che «potrebbero essere espressione di caduta durante un possibile tentativo di fuga». E per quanto la scena del delitto fosse stata inquinata dai tanti interventi in quelle ore senza particolari accorgimenti, nessuno di loro può aver provocato le ferite sul corpo della ragazza emerse dall’autopsia quando era ancora viva.

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