Si scusa il prof che ha augurato la morte alla figlia di Meloni, Stefano Addeo ora si pente: «Ecco perché l’ho scritto e poi cancellato»


Ha deciso di chiedere scusa Stefano Addeo, il docente di tedesco in un liceo della provincia di Napoli che ha scritto la frase con minacce di morte per la figlia di Giorgia Meloni. Dopo essere stato individuato dalla polizia postale, il professore prossimo alla pensione definisce oggi al quotidiano Il Roma quella frase «un gesto stupido, scritto d’impulso». In quel post che avrebbe poi cancellato, il docente si augurava che la figlia della premier, Ginevra di 7 anni, avesse «la stessa sorte della ragazza di Afragola», cioè Martina Carbonaro, uccisa a colpi di pietra in testa a 14 anni dal suo ex fidanzato. Oggi spiega che gli dispiace, perché quel post «non mi rappresenta».
Il prof pentito rischia il licenziamento: perché ha scritto quel post
Addeo, 65 anni, è anche al centro di un’indagine interna del ministero dell’Istruzione. L’Ufficio regionale scolastico avvierà un procedimento disciplinare per l’insegnante, che rischia anche il licenziamento a un passo dalla pensione. Intanto Addeo si è pentito e spiega di aver scritto quella minaccia di morte dopo un servizio al Tg sull’invio di armi dall’Italia a Israele: «È stato un gesto stupido. Un post scritto d’impulso nella notte, dopo aver sentito al telegiornale che l’Italia continuava a inviare armi a Israele. Mi sono svegliato la mattina e ho detto: “Madonna mia, cosa ho scritto” – racconta al Roma – L’ho cancellato subito. Mi pento del contenuto. Non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina. Ma non ritiro le mie idee politiche: non mi sento rappresentato da questo governo e non cambio idea neanche se mi imprigionano».
La minaccia di morte a una bambina del docente
Il prof napoletano di tedesco oggi si rende conto che, soprattutto da educatore, quella frase sia stata un errore. E continua a considerarla un gesto politico uscito male: «Mi rendo conto della gravità… Ma in classe non ho mai fatto politica. I miei studenti mi conoscono, mi vogliono bene. Odio ogni forma di violenza – dice – Amo gli animali, faccio volontariato con i bambini malati». Insomma secondo lui «è evidente che è stato un errore, ma non si può cancellare una persona per questo».
Il prof minacciato a sua volta e i pomodori sulla vetrina di casa
A sua volta, Addeo avrebbe iniziato a ricevere minacce di morte sui social, quando è emersa la sua identità. E c’è chi ha preso di mira anche la sua casa: «Mi hanno lasciato pomodori contro le vetrine di casa, insultato in tutti i modi. Sono andato alla Polizia Postale, ho sporto denuncia». Spiega poi perché ha cancellato quel post: «Non l’ho fatto per paura, ma perché da solo mi sono accorto che era sbagliato».
Lo strano gesto di impulso suggerito dall’AI
Alla Tgr Campania, Addeo ha pure provato a scaricare un po’ di responsabilità sull’intelligenza artificiale. Quel suo «gesto di impulso» evidentemente è stato un po’ più ragionato di quanto racconta: «Sono stato superficiale e ho chiesto supporto perfino all’intelligenza artificiale per comporre il post pubblicato sui miei profili social. Un grave errore avere detto cose così nei riguardi di una bambina. Chiedo scusa. Mi rendo conto della gravità – ha dichiarato il docente – ma in classe non ho mai fatto politica. È stato un errore».