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Elly Schlein vuole togliere ad Alessandro Giuli i soldi per il cinema. E lancia la proposta di una nuova Agenzia per finanziare attori e registi

04 Giugno 2025 - 18:57 Sofia Spagnoli
tax credit cinema tar accoglie ricorso produttori
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La segretaria del Pd ha presentato una proposta di legge a sua firma per dare i natali all'Agenzia per il cinema e l’audiovisivo, dotata di una sua autonomia

Dall’inizio della legislatura la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha presentato a sua prima firma solo tre proposte di legge. E l’ultima delle tre è sul cinema, a dimostrazione di quanto per il partito sia importante quel settore e chi ne fa parte. E lo scopo è quello di togliere il settore al ministro della Cultura, Alessandro Giuli, per affidarlo a una nuova agenzia più o meno indipendente. Battaglia questa che per la Schlein vale tanto quanto il finanziamento della sanità e l’aumento dell’indennità per la maternità e il congedo paritario dei padri, che sono i temi delle altre due proposte di legge depositate dalla segretaria del Pd.

Le polemiche fra attori, registi e governo. E la scelta del Pd

Da settimane c’è un braccio di ferro sul cinema fra attori e registi da una parte e governo Meloni dall’altra, culminato in un aperto scontro alla premiazione dei David di Donatello e in una successiva lettera polemica firmata dagli artisti che contestano la riforma della legge sul tax credit. Il governo ha fatto circolare, in risposta, lunghi elenchi di film che hanno ricevuto finanziamenti milionari raccogliendo poi in sala poche migliaia di euro perché non piaciuti agli spettatori. Secondo l’esecutivo uno spreco di denaro pubblico che avrebbe come unica ragione la vicinanza politica al Pd di molti artisti finanziati in questo modo. Con la sua proposta di legge la Schlein sembra rivendicare la passione cinefila del Pd. Che è anche passione personale, visto che Elly nel suo libro autobiografico L’imprevista, ha ricordato con nostalgia i cineforum e i festival d’essai a cui ha partecipato, come le lezioni di vita apprese dalle pellicole: «Non viaggiavo tanto, il cinema era il mio modo per conoscere altre culture, imparare le diversità». Ora arriva

Franceschini controfirma, e si copia un po’ dalla Francia

La proposta di legge Schlein è controfirmata anche da Dario Franceschini – autore della legge sul tax credit- e al deputato Matteo Orfini, membro della commissione Cultura. Al centro del testo c’è l’istituzione di un’Agenzia per il cinema e l’audiovisivo, dotata di autonomia, cui affidare le competenze oggi in capo al ministero della Cultura di Giuli. Il modello, scrivono, è il Centre national du cinéma et de l’image animée, l’ente amministrativo pubblico francese, fondato nel ’46 che si occupa della promozione del settore cinematografico, dotato di personalità giuridica e di autonomia finanziaria. La nuova Agenzia sarebbe un ente autonomo, pubblico, sottoposto a vigilanza ministeriale, i cui vertici sarebbero di nomina di più ministeri e della Conferenza Stato-Regioni. Perchè separarla completamente dal Mic? «Per garantirle un’autonomia rispetto ai cicli politici – spiega Orfini – rendendola uno strumento operativo capace di assicurare stabilità a un settore che non può dipendere ogni anno dai cambiamenti politici per la sua sopravvivenza o per la possibilità di svolgere pienamente le proprie funzioni».

Programmazione e gestione dei fondi tutti all’Agenzia

Alla nuova Agenzia spetterebbe «la progettazione, gestione e attuazione delle politiche pubbliche per lo sviluppo e il sostegno del settore cinematografico e audiovisivo», e soprattutto la gestione dei fondi e delle risorse stanziate dal bilancio dello Stato. L’Agenzia punterebbe a rafforzare la sinergia tra le regioni (che hanno le loro film commission) e a «costruire una rete più efficace, incentivando al tempo stesso l’internazionalizzazione del settore attraverso la progettazione di programmi oltre confine». Tra i compiti previsti, anche la raccolta di dati e statistiche per monitorare l’andamento del comparto, l’organizzazione di incontri tra attori, registi e operatori del settore, e il potenziamento delle attività di promozione, anche attraverso partnership con enti di ricerca e università.

Un direttore alla guida, personale dal Mic e qualche eccezione

Alla guida operativa ci sarebbe con incarico triennale un direttore nominato con decreto del presidente della Repubblica su deliberazione del consiglio dei ministri dopo proposta del ministro della Cultura. Nel testo si sottolinea che il ruolo dovrà essere affidato a una figura con competenze specifiche nel settore «scelto in base a criteri di alta professionalità», secondo una formula retorica usata a dire il vero in tutte le leggi sulle nomine, compresa quella sulla Rai. Il personale per altro verrebbe preso dalla attuale direzione cinema e audiovisivo del Mic, non potendo però superare il 60% di quello in servizio alla data del 30 settembre 2025. Oltre a questo contingente, quindi assai più ridotto di quello che oggi lavora al ministero, «L’Agenzia può assumere, in relazione a particolari e motivate esigenze, cui non può far fronte con personale in servizio, e nei limiti delle proprie disponibilità finanziarie, personale tecnico o altamente qualificato, con rapporti di lavoro a tempo determinato. «Quello del cinema è un settore molto articolato, in cui serve una notevole formazione culturale, ma anche industriale – spiega Orfini – Servono quindi profili in grado di garantire un’interfaccia snella, rapida, operativa e davvero competente».

C’è pure una proposta Gasparri per un nuovo ministero ad hoc

I dem non sono stati i soli a ipotizzare una separazione del settore cinema dalle altre forme di cultura. Lo stesso senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, aveva presenatato nelle scorse settimane una pdl per istituitre il “Ministero per il cinema, l’audiovisivo e il digitale”. Un dicastero ad hoc. Il 27 maggio è arrivata anche la proposta della Lega, a firma di Roberto Marti, ma con un’impostazione diametralmente opposta rispetto a quella degli azzurri e dei dem. Nella pdl del Carroccio si legge che piuttosto di «creare nuove strutture organizzative (ministeriali o agenzie), la cui attivazione richiederebbe tempi di implementazione incompatibili con l’esigenza di assicurare continuità» viene ritenuto «preferibile» dare più potere alla Direzione generale cinema e audiovisivo (Dgca), struttura già esistente nel Mic.

Giuli e Borgonzoni di nuovo insieme davanti ai cinematografari

Le associazioni di categoria hanno lanciato numerosi appelli al governo, chiedendo interventi immediati per evitare il tracollo del settore. Venerdì ci sarà un incontro tra il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e una delegazione di esperti rappresentanti dei diversi settori del sistema cinema. All’appuntamento parteciperà anche la sottosegretaria al Mic, Lucia Borgonzoni, nonostante le tensioni emerse nei giorni scorsi con lo stesso Giuli, anticipate da Repubblica. Smentite, però, oggi dalla stessa leghista: «Il ministro ed io non abbiamo mai litigato».

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