Calano i cambi di casacca in Parlamento (dopo due legislature da record): solo 41 alla Camera. Ma Forza Italia conquista la sinistra


Dall’inizio della diciannovesima legislatura, ovvero da quando il governo di Giorgia Meloni è entrato in carica, i cambi di gruppo parlamentare hanno coinvolto 41 deputati. Un numero che, nel panorama politico italiano, storicamente incline alla “mobilità”, appare sorprendentemente contenuto. L’ultimo cambio di casacca c’è stato proprio questa settimana: Naike Gruppioni, deputata prima del Terzo Polo, poi di Italia Viva è migrata tra i banchi di Fratelli d’Italia, alla ricerca di quel “centrismo” (l’ha raccontato lei in un’intervista a Il Tempo) che sembra non sia riuscita a trovare nel partito di Matteo Renzi. Eppure, dati alla mano, per quanto i valzer parlamentari siano contenuti, alcune tendenze emergono con nitidezza: sono aumentati i passaggi di parlamentari dal centrosinistra al centrodestra, e il partito che ha guadagnato di più in questa dinamica è stato Forza Italia, che ha raccolto il maggior numero di nuovi ingressi tra le forze di maggioranza.
Gli spostamenti al Senato
Anche al Senato i cambi di gruppo sono stati pochi e contenuti: finora, se ne contano soltanto undici. Tra i riposizionamenti più significativi dell’ultimo periodo a Palazzo Madama, vanno ricordati quelli di Mariastella Gelmini e Giusy Versace, prima senatrici del partito di Carlo Calenda, Azione. Ad allontanarle sono state le tensioni scoppiate nel centrosinistra per la formazione del “campo largo” alle Regionali in Liguria, che hanno innescato spaccature interne, spingendo diversi esponenti dell’area centrista e progressista ad abbandonare il progetto. Le due senatrici hanno così deciso di lasciare Azione e approdare tra i banchi di Noi Moderati, la “quarta gamba” della maggioranza di governo.
La legislatura Conte – Draghi
Tutta un’altra storia, invece, quella della XVIII legislatura, che ha visto susseguirsi il governo Conte I, il Conte II e la parentesi di Mario Draghi. Qui i cambi di gruppo parlamentare sono stati numerosi e riflettono tutta l’instabilità politica del periodo. Una legislatura complicata, dalla nascita del primo governo a guida pentastellata, alla rottura di Matteo Renzi col Pd (e relativa nascita di Italia Viva) fino agli anni della pandemia da Covid-19, con le gravi difficoltà gestionali e istituzionali che ne sono derivate. Secondo i dati di Openpolis, dal 23 marzo 2018 al 4 agosto 2022, ben 299 parlamentari avevano cambiato gruppo: 214 deputati e 85 senatori.
Numeri a confronto
Numeri alti, certo, ma comunque inferiori a quelli della legislatura precedente, la 17esima, che ha visto i governi Letta, seguiti dal biennio Renzi e poi Gentiloni. In quell’arco di tempo i cambi di gruppo sono stati complessivamente 569.
Forza Italia piace al centrosinistra
Forza Italia, come si diceva, si conferma il partito che ha attirato il maggior numero di nuovi adepti provenienti soprattutto dall’area di centrosinistra, e in particolare dal gruppo di Carlo Calenda, Azione. Tra i primi a passare c’è stato Giuseppe Castiglione, che nel maggio 2024 ha lasciato Azione per tornare in Forza Italia, partito dove aveva già vissuto una parte importante della sua storia politica. A settembre 2024, poi, anche Enrico Costa ha abbandonato Azione per approdare in Forza Italia, così come l’onorevole Giorgio Lovecchio, proveniente dal Movimento 5 Stelle. Un caso particolare è quello di Isabella De Monte, che nell’attuale legislatura ha cambiato casacca per la terza volta, passando da Azione, Italia Viva a Forza Italia.
Esce uno, entra uno
Un altro fatto che ha rafforzato la compagine di Forza Italia è stata l’uscita di scena di Elisa Scutellà, decaduta dalla carica di deputata del Movimento 5 Stelle. La sua esclusione dalla Camera è arrivata a seguito di una sentenza della Giunta per le elezioni, che ha assegnato il seggio ad Andrea Gentile, nuovo deputato di Forza Italia, in virtù di un riconteggio dei voti. Scutellà ha lasciato l’Aula lo scorso marzo tra le lacrime, dopo un lungo intervento in cui ha denunciato l’ingiustizia del provvedimento e ha puntato il dito contro Gentile, accusandolo di aver preso il suo posto senza un reale mandato popolare. Uscita una pentastella, entra un forzista.