Nervi tesi in Forza Italia per la presidenza della Commissione Bilancio: alla fine vince la linea Ronzulli con Mangialavori. Il compromesso di Tajani


Una giornata di malumori dentro Forza Italia. C’è stata qualche tensione oggi, 10 giugno, tra Licia Ronzulli, vicepresidente del Senato, e Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, entrambi volti storici del partito di Silvio Berlusconi. La miccia, una questione apparentemente tecnica: la revisione delle Commissioni parlamentari, e in particolare la nomina per la presidenza della Commissione Bilancio alla Camera dei deputati. Un incarico delicato, che dall’inizio della legislatura è ricoperto da Giuseppe Mangialavori, deputato sempre di FI, medico senologo, vicinissimo a Ronzulli, amici dai tempi del Senato (lui è stato a Palazzo Madama dal 23 marzo 2018 al 12 ottobre 2022). Posizione, quella di presidente della Commissione, che è stata riconfermata anche oggi, quando nel pomeriggio è stata diffusa una nota. Ma quello di Mangialavori non era il nome voluto Tajani. Lo confermano ad Open fonti interne al partito. Il vicepremier puntava tutto su Mauro D’Attis, vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia e commissario regionale di FI in Puglia. Alla fine ha vinto la linea Ronzulli, per «una questione di compromessi», ci spiegano.
L’ira di Licia Ronzulli
Una nomina accettata da Tajani per «necessità», per «evitare nuove divisioni interne», spiega un deputato. Ma c’è altro: se Tajani avesse messo in campo D’Attis, si sarebbe trovato davanti a tre problemi. Il primo, tutt’altro che trascurabile: l’ira di Licia Ronzulli, con la quale i rapporti, a dirla tutta, non sono mai stati facili. Le tensioni risalgono già alle elezioni politiche del 2022, quando Tajani scelse di allinearsi a Giorgia Meloni nella decisione di non nominare Ronzulli ministra, sconfessando apertamente il volere di Silvio Berlusconi. Il culmine si è raggiunto nel novembre 2023: il vicepremier, che è anche segretario nazionale del partito, decise di silurare Ronzulli da ruolo di capogruppo degli azzurri al Senato, mettendo al suo posto Maurizio Gasparri.
La questione Calabria
Il secondo punto – sempre confermato da forzisti – riguarda la questione Calabria. Mangialavori, sebbene sia nato a Merano è di origini calabresi, precisamente di Vibo Valentia. Nel 2022, dopo la parentesi da senatore, è stato eletto alla Camera dei Deputati nel collegio plurinominale Calabria nel quale era candidato come capolista per Forza Italia. Ma, se oggi non fosse stato confermato alla carica di presidente della Commissione bilancio, il nome da mettere al suo posto doveva essere uno solo: non D’Attis, ma Francesco Cannizzaro, sempre deputato di FI, già coordinatore della Calabria. «Un cambio quasi dovuto – fanno sapere – altrimenti Tajani avrebbe avuto tutto la Calabria contro di lui».
Le nomine vicine a Tajani
Mettere D’Attis, infine, avrebbe inevitabilmente alimentato il malcontento tra deputati e senatori azzurri, ambienti in cui monta da tempo la percezione che Tajani «premi sempre il suo cerchio magico», ci dicono da FI. Cerchio di cui fa parte anche il deputato pugliese. Un gruppo ristretto di fedelissimi che continua a ottenere incarichi, visibilità e ruoli chiave, mentre altri – più lontani dall’ala del segretario – verrebbero lasciati in secondo piano.