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L’amarezza di Marracash al concerto: «Non serve a nulla gridare basta guerra o Free Gaza»

11 Giugno 2025 - 14:40 Gabriele Fazio
Lo sfogo è avvenuto durante la prima data del tour del rapper negli stadi, e il cantante aggiunge: «il potere capisce solo altro potere»

Ieri è cominciato da Napoli il tour di Marra Stadi 2025, ovvero il tour che porterà Marracash, uno dei padri della scena rap italiana, in giro per l’Italia in sette città, la prima volta in assoluto per un rapper. Durante lo show Fabio Rizzo, così all’anagrafe, 46 anni, ha deciso di prendersi un momento non per lasciarsi andare agli slogan, cosa ormai comune, vedi l’ex compagna Elodie solo due sere prima a Milano sventolare la bandiera palestinese durante il suo popshow, ma per invitare il proprio pubblico ad assumere un atteggiamento diverso rispetto le tragedie che attualmente ci circondano.

Cosa ha detto Marracash allo Stadio Maradona

«Ho sempre creduto nell’importanza di far sentire la propria voce – dice il rapper di origini siciliane – Ne ho fatto proprio una professione, per me è fondamentale. Sono contento che sempre più artisti e personaggi famosi si espongano contro le guerre, contro il massacro di civili che vediamo succedere nel mondo. Ovviamente sono d’accordo, ma intanto mi chiedo: è abbastanza? Fermeremo davvero le stragi scrivendo i post? Gridando dal palco “Free Gaza” o qualche altro slogan? Serve davvero questa cosa? Certo, tutto serve, no? Ma quando uno esprime la propria voce e non viene ascoltato, dopo un po’ si sente impotente. Io so che tutti voi vi sentite impotenti, perché così mi sento anch’io. Io lo so che non andate a votare perché tanto non cambia un cazzo, perché ormai ci sentiamo tutti ormai non in grado di cambiare quello che sta succedendo. Allora io dico che far sentire la propria voce è importante, ma sentirci impotenti vuol dire essere privi di potere e questa è una bugia. Noi non siamo privi di potere. Quando noi alziamo la voce e non viene ascoltata, forse è arrivato il momento non di far sentire la nostra voce ma di far sentire il nostro potere. Perché il potere capisce soltanto il potere».

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