«Identificata la donna trovata morta a Villa Pamphili con la figlia». La questura di Roma frena: il profilo e le segnalazioni sotto esame


Sarebbe stata identificata la donna trovata morta a Villa Pamphili con la figlia. Lo riporta il Corriere della Sera. Da giorni gli inquirenti erano al lavoro per risalire all’identità di madre e figlia, ritrovate senza vita sabato 7 giugno nel parco della villa romana, a 100 metri di distanza l’una dall’altra. Gli inquirenti avevano anche diffuso i tatuaggi sul corpo della donna.
La questura di Roma frena
Ora la possibile svolta. Su cui però la Questura di Roma ribadisce cautela. In una nota, la polizia spiega che si stanno vagliando tutte le ipotesi e le segnalazioni per dare un nome alla donna e alla figlia di pochi mesi. Dopo la diffusione delle immagini dei tatuaggi, la polizia sta valutando una serie di segnalazioni. Ma al momento «non è stato identificato nessuno», sostengono dalla Questura.
L’identikit della donna
Gli inquirenti, nei giorni scorsi, avevano anche diffuso l’identikit della donna, nella speranza che qualcuno potesse riconoscerla e contribuire a definire la sua identità. Si tratta di una donna bionda, sui 30 anni circa, alta 164 centimetri per 58 chili di peso. La bimba, che gli inquirenti hanno accertato essere la figlia della donna, è una neonata tra i sei e gli otto mesi d’età. La madre è stata trovata, chiusa in un sacco nero, intorno alle 19.30 di sabato a ridosso della cancellata che dà su via Leone XIII: era morta da una settimana circa. La piccola, invece è stata trovata circa tre ore prima andando per 200 metri verso il cuore del parco: era morta da un paio di giorni al massimo. Su quest’ultima, sono state rinvenute alcune lesioni su braccia e gambe. Entrambe erano nude ma non ci sono segnali di violenza sessuale su di loro.
Le ricerche negli ospedali e nelle banche dati
Della donna e della bambina non c’era traccia negli ospedali, nelle banche dati delle forze dell’ordine, nelle segnalazioni di persone scomparse, né in Italia né all’estero, e questo ha reso così complessa l’identificazione. Per la donna non è ancora chiara la causa del decesso. Intanto, sono risultati negativi i test su droga e farmaci. La morte naturale appare sempre più plausibile. La bambina, invece, è stata soffocata e picchiata.
Cosa non torna
Ma se uno dei due casi non è un omicidio e tra le due morti passano almeno cinque giorni, perché l’assassino della piccola è tornato in zona, quando avrebbe potuto disfarsi ovunque di un cadavere così piccolo ma così ingombrante, data la presenza dell’altro corpo senza vita a lei collegabile? Se ha nascosto il cadavere della donna, tra le siepi di oleandri e con un sacco, sperando di non farlo scoprire, che senso ha ripresentarsi lì con sua figlia (già morta o meno, a questo punto non è importante), per poi lasciarla a 200 metri da lei? Tutte domande che ora – dopo l’identificazione della donna – sono forse più vicine a trovare risposta.
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