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L’Idf: «L’Iran sta attaccando Israele». La Guida Suprema Khamenei: «Non ne usciranno indenni»

13 Giugno 2025 - 19:41 Ugo Milano
iran idf israele raid
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L'Ayatollah parlerà stasera alla nazione. L'operazione Rising Lion lanciata nella notte dallo Stato ebraico: colpito anche il sito nucleare fortificato di Fordow. Netanyahu: «Ci aspettiamo attacchi iraniani a ondate»

È iniziata la controffensiva iraniana contro Israele. Secondo fonti dell’Idf, sarebbero almeno cento i missili balistici lanciati da Teheran verso lo Stato ebraico, con una maggiore concentrazione verso il centro del Paese. Israele «non uscirà indenne» dagli attacchi contro l’Iran di queste ore. Lo ha dichiarato la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, in un messaggio televisivo alla nazione, alcuni passaggi del quale sono stati anticipati dalle agenzie stampa iraniane. «Le forze armate agiranno la forza e renderanno infelice il regime sionista», ha detto Khamenei, «il regime sionista non uscirà indenne da questo crimine. La nazione iraniana può essere certa che questa questione non sarà trascurata». 

I raid israeliani continuano

In serata le forze armate israeliane (Idf) hanno ripreso i raid aerei sull’Iran, colpendo il sito nucleare fortificato di Fordow, a sud di Teheran. La notizia è stata riportata dal New York Times e confermata da diversi media iraniani. Secondo le stesse fonti, forti esplosioni sono state avvertite in più zone della capitale iraniana. Nel frattempo, il primo ministro israeliano Netanyahu ha dichiarato di attendersi «diverse ondate di attacchi iraniani» in risposta alle operazioni condotte da Israele contro obiettivi militari e nucleari nella Repubblica Islamica. Le offensive hanno inflitto un duro colpo alla struttura militare iraniana, causando – secondo fonti vicine al governo israeliano – la morte del comandante della Forza Quds delle Guardie Rivoluzionarie, Esmail Qaani, e la decimazione di altri alti ufficiali e scienziati nucleari.

Israele in allerta rossa, si teme attacco iraniano: «Tutti nei rifugi»

Dura la reazione di Teheran. Il nuovo comandante delle Guardie Rivoluzionarie, Mohammad Pakpour, citato dall’agenzia Tasnim, ha minacciato ritorsioni pesanti: «Il regime sionista, criminale e illegittimo, affronterà un destino amaro e doloroso, con conseguenze gravi e distruttive. Apriremo le porte dell’inferno a Israele». Dalle parole, però, la Repubblica islamica sembra passata immediatamente ai fatti. Su tutta Israele è stata diramata un’allerta rossa: «I cittadini devono andare nei rifugi e restare fino a quando non ci sarà un nuovo annuncio ufficiale». Indicazioni che si teme siano il preludio a un attacco senza precedenti lanciato dall’Iran sullo Stato ebraico.

L’offensiva militare di Israele

Alle 2 del mattino di venerdì 13 giugno, Israele ha dato il via a un’offensiva militare su larga scala contro l’Iran, denominata Rising Lion. L’operazione, definita come un attacco preventivo, ha spinto il ministro della Difesa Israel Katz a dichiarare lo stato di emergenza speciale su tutto il territorio nazionale. «In seguito all’azione condotta contro l’Iran, ci attendiamo un imminente attacco missilistico e con droni contro Israele e la sua popolazione civile», ha dichiarato Katz, sottolineando la gravità della situazione. In previsione di una possibile risposta da parte di Teheran, l’esercito israeliano ha inviato messaggi di allerta sui telefoni cellulari di tutta la popolazione, invitando i cittadini a restare vigili e preparati a un possibile bombardamento.

Israele: «Questa è una guerra»

Alti ufficiali delle forze armate israeliane (Idf) hanno fatto sapere che «non si tratta di un’operazione», ma di «una guerra, pianificata e condotta a 1.500 chilometri da casa. Il primo ministro Netanyahu ha aggiunto in un video pre-registrato che «l’operazione proseguirà finché sarà necessario». E ha aggiunto che «l’Iran possiede ancora capacità significative per colpire Israele» e che è stato attaccato «per contrastare la minaccia iraniana alla sopravvivenza stessa di Israele».

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Teheran: «Ve ne pentirete»

Alle parole dei vertici del governo israeliano ha risposto Masoud Pezeshkian, presidente iraniano: «La risposta legittima e potente dell’Iran farà pentire il nemico della sua azione sconsiderata». In un discorso alla nazione, il capo di Stato ha aggiunto: «Il popolo dovrebbe evitare di dare peso alle voci che circolano nella guerra psicologica del nemico. Il popolo iraniano e i funzionari del Paese non rimarranno in silenzio di fronte a questo crimine». In seguito agli attacchi israeliani, il ministero delle Comunicazioni iraniano ha imposto restrizioni a Internet, che «saranno revocate non appena la situazione si sarà normalizzata».

Il sito nucleare di Natanz in Iran

Israele ha colpito il sito di arricchimento dell’uranio a Natanz. Sono stati colpiti anche alcuni edifici residenziali. Secondo i media di Teheran sono stati uccisi molti civili, tra cui donne e bambini. Il capo di stato maggiore israeliano Eyal Zamir ha detto: «Abbiamo avviato l’offensiva in Iran perché era giunto il momento, siamo arrivati al punto di non ritorno. Non possiamo attendere un altro momento per agire, non abbiamo alternativa. La storia, sia antica che recente, ci ha insegnato che di fronte a chi mira a distruggerci non si può abbassare la testa. Combattiamo per la nostra esistenza. La libertà appartiene a chi è disposto a lottare per essa».

Israele: «L’operazione è ancora all’inizio»

«L’operazione è ancora all’inizio. L’Iran ha intenzioni e capacità e Teheran si sta preparando a una risposta, a un attacco contro di noi. La popolazione deve agire con sangue freddo, la difesa non è ermetica», ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano, Effie Defrin. Nel pomeriggio di venerdì, l’Idf ha continuato ad attaccare obiettivi in Iran: «Abbiamo danneggiato in modo significativo il sito nucleare di Natanz. Non abbiamo altra scelta che agire contro questa minaccia. Dobbiamo prepararci a un’operazione prolungata poiché l’azione militare è ancora nelle sue fasi iniziali».

Foto copertina: EPA/Abedin Taherkenareh | Un edificio a Teheran colpito dai bombardamenti israeliani, 13 giugno 2025

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