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Israele attacca l’Iran, gli Usa spostano le navi nel Mediterraneo. Le compagnie aeree israeliane evacuano: sei jet al riparo tra Fiumicino e Malpensa

13 Giugno 2025 - 19:59 Ugo Milano
ambasciate chiuse iran israele aerei fiumicino malpensa
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Dopo l’attacco notturno a Teheran, il governo israeliano si prepara a nuove ondate di ritorsioni. Chiuse tutte le ambasciate: «Non esibire nessun simbolo ebraico»

Dopo l’attacco all’Iran, che dovrebbe andare avanti per qualche giorno e che di certo per ora non dà cenno di rallentamento, Israele ora si prepara a reggere l’urto. «Esortiamo tutti i cittadini a stare attenti, a non esibire nessun simbolo ebraico o israeliano in luoghi pubblici e a non condividere sui social dettagli che possano rendere identificabile la vostra posizione». La comunicazione si ripete, identica, sul sito web di ogni ambasciata israeliana nel mondo. «Tutte le missioni saranno chiuse e i servizi consolari non saranno forniti», ha ribadito il ministero degli Esteri di Tel Aviv. Una decisione pronosticabile dopo che il premier Benjamin Netanyahu ha dato il via all’operazione militare Rising Lion, colpendo duramente l’Iran. Israele, adesso, attende una reazione in «diverse ondate».

Navi e aerei in aiuto a Tel Aviv

Tel Aviv non sarà sola. Gli Stati Uniti hanno già disposto lo spostamento di «navi da guerra e altre risorse» in Medio Oriente, in modo tale da poter proteggere dalla furia di Teheran lo Stato ebraico e gli oltre 40mila uomini a stelle e strisce presenti nella regione. Stando al New York Times, il cacciatorpediniere Uss Thomas Hudner ha ricevuto l’ordine di spostarsi nel Mediterraneo orientale e un secondo cacciatorpediniere potrebbe seguirlo a breve, mentre l’aviazione avrebbe già spostato altri aerei nella regione. Mosse non offensive, specifica il dipartimento della Difesa americano, ma preventive, in modo da rimpolpare la possibilità israeliana di rispondere a un attacco missilistico su larga scala.

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La volontà dello Stato ebraico è semplice: proteggere tutti i suoi cittadini, non solo quelli che risiedono all’interno dei confini del Paese. Uno scudo protettivo che, però, si estende ben oltre le persone. Quasi tutti e 65 i velivoli di compagnie aeree di bandiera (El Al, Sundor, Arkia, Israir, Air Haifa) sono stati mantenuti per precauzione al di fuori dei confini del Paese. Quelli che si trovavano a Tel Aviv e Haifa, scali momentaneamente chiusi, sono invece stati immediatamente trasferiti – volando fuori – in Europa per sfuggire alla risposta militare che Teheran sta preparando. Secondo il Corriere, molti jet sono stati posteggiati momentaneamente a Cipro. Altri, dal valore di milioni di euro ciascuno, sarebbero invece arrivati già di prima mattina in Italia: quattro a Roma Fiumicino e due a Milano Malpensa. Altri hangar di rifugio sono stati trovati ad Atene, Bucarest, Budapest, Sofia, Madrid e Amsterdam. Alcuni Boeing 787, che nella notte erano partiti dagli Stati Uniti, sono stati dirottati o costretti a tornare indietro.

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