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Vannacci mette in dubbio il terzo mandato? La Lega veneta di Zaia lo difende: «Il generale è stato frainteso. Il clima qui è disteso»

14 Giugno 2025 - 07:36 Sofia Spagnoli
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L’europarlamentare leghista ha rilasciato una dichiarazione che ha fatto ipotizzare un suo allontanamento dalla linea del partito. Ma dal Veneto replicano

La Lega veneta non vuole chiudere con il generale Roberto Vannacci. «Il clima è disteso», avverte il capogruppo regionale della Liga veneta Alberto Villanova, anche lui presente alla tappa trevigiana del neo vicesegretario federale del Carroccio. Negli ultimi giorni, Vannacci è impegnato in un tour nella terra del doge Luca Zaia e una sua dichiarazione di giovedì scorso ha alzato un polverone, facendo ipotizzare un suo allontanamento dalla linea del partito sul tema del Terzo mandato. Una battaglia che Matteo Salvini (che gli ha consegnato la tessera di partito pochi mesi fa, assieme al ruolo di vicesegretario) sta portando avanti con forza e su cui, nelle ultime settimane, c’è stata anche apertura da parte di Fratelli d’Italia. Non da Forza Italia. «Io sono per il rispetto delle regole, di mandati ce ne possono essere anche venti, ma se c’è una regola che ne prevede al massimo due, va rispettata – ha detto il generale – Le regole si possono cambiare, ma sotto elezioni sembra un provvedimento ad personam». Parole che hanno suscitato perplessità sulla posizione del vicesegretario. Ma a quanto pare solo fuori dal Veneto. Perché i leghisti locali sembrano averle accolte con maggiore comprensione.

«È stato frainteso»

Morbide, infatti, sono state le reazioni arrivate dal Consiglio Regionale veneto. «La sua era una critica rivolta a Roma – aggiunge Villanova – Il generale ha semplicemente rilevato quello che pensano in molti: sarebbe stato meglio intervenire prima sulla modifica, invece di arrivarci all’ultimo momento». E aggiunge: «È stato frainteso. Giovedì sera, dopo l’incontro a Treviso, eravamo tutti insieme a cena e nessuno dei presenti ha interpretato le sue parole in modo negativo».

Un linguaggio nuovo per la Lega

«La sua è stata un’uscita favorevole al Terzo mandato», dicono dagli ambienti trevigiani. «Il problema di Vannacci è che parla un linguaggio che fa fatica ad essere compreso dai leghisti della prima ora. Piace a quelli più recenti. E poi ha detto che “ce ne possono essere anche venti, ma se c’è una regola che ne prevede al massimo due, va rispettata”. E’ apertura».

«Solo un parere personale»

Quella legge «doveva essere cambiata da tempo. Io, già allora, avrei introdotto il terzo mandato dappertutto, perché alla fine sono i cittadini a esprimere le proprie preferenze», spiega Flavio Massimo Pasini, presidente della provincia di Verona. E sulle parole di Vannacci, taglia corto: «Il suo? Ha semplicemente espresso un parere personale. Sono le parole di chi non ha mai amministrato un territorio, ed è comprensibile».

Decreto o ddl?

Mentre si attende di capire come e se il governo riuscirà a sbloccare la questione, valutando se procedere con un disegno di legge o con un decreto legge per consentire ai governatori uscenti di candidarsi a un terzo mandato, la situazione rimane comunque incerta. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, infatti, avrebbe fatto capire di essere contrario all’idea di un decreto perché il divieto costituzionale, ad avviso del Colle, si applica anche alle leggi regionali, il che rende quasi impossibile approvare una norma ad hoc in tempo per le elezioni autunnali. A complicare ulteriormente le cose, si aggiunge la chiusura di Forza Italia sul tema. Insomma, nonostante le spinte della Lega e di Fratelli d’Italia, il cammino verso una soluzione sembra più complicato che mai. E Vannacci è di certo l’ultimo dei problemi per il Carroccio.

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