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Guerra Israele-Iran, Trump: «Abbiamo attaccato con successo tre siti nucleari iraniani»

22 Giugno 2025 - 02:16 Alba Romano
donald trump
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Il presidente Usa ha comunicato la partecipazione degli Stati Uniti all'azione contro Teheran: «Abbiamo sganciato un carico di bombe sul sito principale, Fordow»

«Abbiamo completato con successo il nostro attacco ai tre siti nucleari in Iran, tra cui Fordow, Natanz ed Esfahan. Tutti gli aerei sono ora fuori dallo spazio aereo iraniano. Un carico completo di bombe è stato sganciato sul sito principale, Fordow». Donald Trump, sul suo social Truth, ha comunicato la partecipazione degli Stati Uniti all’azione contro l’Iran, avviata giovedì da Israele. «Gli aerei stanno rientrando sani e salvi. Congratulazioni ai nostri grandi guerrieri americani. Nessun altro esercito al mondo avrebbe potuto fare questo. ORA È IL MOMENTO DELLA PACE! Grazie per l’attenzione a questa questione», conclude il presidente Usa. Un alto funzionario israeliano ha riferito ad Axios che Stati Uniti hanno avvisato Israele prima di colpire i siti nucleari iraniani durante la notte. Trump parlerà alla nazione alle 22 locali, le 4 di notte in Italia.

«Khamenei introvabile, salta l’incontro (segreto) tra Washington e Teheran in Turchia»

Trump e Recep Tayyip Erdoğan hanno cercato segretamente di organizzare un incontro tra alti funzionari statunitensi e iraniani a Istanbul questa settimana, nel mezzo dell’escalation della guerra tra Israele e l’Iran. Ma il tentativo, partito dal presidente turco, è fallito quando la guida suprema dell’Iran Ali Khamenei – in clandestinità per timore di un assassinio – non è stata in grado di approvarlo: lo scrive Axios citando tre funzionari statunitensi e una fonte a conoscenza diretta della vicenda. Trump si sarebbe offerto persino di partecipare di persona, se necessario. Ma l’Ayatollah, nascosto a cento metri di profondità nel suo bunker, pensa già al futuro. O meglio alla salvaguardia dello Stato: «La Guida suprema iraniana ha nominato tre possibili successori», precisa il New York Times citando alcune fonti vicine a Khamenei. A Teheran i tempi, insomma, sembrano stretti, soprattutto se anche gli Stati Uniti decidessero di unire le loro forze ai raid. Tra i successori, però, stando al quotidiano americano non ci sarebbe il figlio Mojtaba, che fino a pochi giorni fa si pensava fosse il favorito alla successione. L’Ayatollah avrebbe anche nominato i successori delle maggiori cariche militari, nel caso in cui continuassero gli attacchi mirati dell’Idf contro i vertici dell’esercito. Nel frattempo, forti esplosioni sono state udite nel centro e nel nord di Teheran, secondo quanto riferiscono giornalisti dell’Afp sul posto. Non è stato chiaro se le esplosioni siano state causate da attacchi israeliani o dalle difese aeree iraniane.

Israele attacca navi guerra nel porto di Bandar Abbas

Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, l’esercito israeliano starebbe attaccando le navi da guerra situate nella base della marina iraniana di Bandar Abbas, un porto strategico nel Golfo Persico.

Iran: «Colpiremo gli aiuti militari inviati a Israele»

Le forze armate iraniane hanno minacciato di colpire le spedizioni di aiuti militari a Israele, durante i combattimenti in corso tra i due Paesi. «Avvertiamo che l’invio di qualsiasi equipaggiamento militare o radar, via nave o aereo, da qualsiasi Paese per supportare il regime sionista sarà considerato una partecipazione all’aggressione contro la Repubblica islamica dell’Iran e costituirà un obiettivo legittimo per le forze armate», ha dichiarato un portavoce in un video trasmesso dalla Tv di Stato.

Il presidente iraniano: «Non fermeremo il nucleare»

Il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, afferma che Teheran non fermerà l’attività nucleare «in nessuna circostanza». «Siamo pronti a discutere e cooperare per costruire la fiducia nel campo delle attività nucleari pacifiche, tuttavia non accettiamo di ridurre a zero le attività nucleari in nessuna circostanza», ha detto Pezeshkian durante una telefonata con il presidente francese Emmanuel Macron, secondo l’agenzia di stampa ufficiale Irna. Poi l’avvertimento: «La risposta dell’Iran alla continua aggressione israeliana sarà più devastante», mentre i combattimenti tra i due nemici infuriano per il nono giorno. «La nostra risposta alla continua aggressione del regime sionista sarà più devastante», ha dichiarato Pezeshkian.

La minaccia degli Houthi

L’organizzazione filoiraniana Houthi dello Yemen ha dichiarato alla tv che tornerà a colpire le navi americane nel Mar Rosso se gli Stati Uniti si uniranno agli attacchi di Israele contro l’Iran.

Israele, ancora raid sulla capoluogo petrolifero iraniano

Intanto le operazioni dell’esercito israeliano in Iran non danno segno di cessare. Secondo i media di Teheran, ci sarebbero state «potenti esplosioni» ad Ahvaz, nel sud-ovest del Paese. La città è il capoluogo della principale regione petrolifera iraniana. Nei raid, secondo l’Idf sarebbe stato eliminato Saeed Izadi, capo della divisione palestinese della Forza Quds, braccio armato internazionale delle Guardie rivoluzionarie. «Era uno dei punti chiave della guerra», ha esultato il capo di stato maggiore di Tel Aviv Eyal Zamir. Izadi era considerato uno stretto collaboratore di Yahya Sinwar, ex capo di Hamas, e tra le menti che pianificò il massacro del 7 ottobre in Israele.

I bombardieri americani verso Teheran

Due bombardieri B-2 sono decollati dalla base aerea di Whiteman, nel Missouri, e sono diretti alla base militare statunitense sull’isola di Guam, territorio americano in Micronesia, nel Pacifico occidentale. È quanto emerge dai dati di tracciamenti di volo, rilanciati sui social dai ricercatori di Open Source Intelligence. Se confermata, la notizia potrebbe rappresentare un segnale di avvicinamento del governo americano alla partecipazione diretta nella guerra contro l’Iran. I B-2 sono infatti gli unici mezzi in grado di trasportare la Massive Ordnance Penetrator, la bomba statunitense di cui, secondo gli esperti, avrebbe bisogno Israele per distruggere l’impianto nucleare sotterraneo iraniano di Fordow.

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Fermato a Cipro un membro dei pasdaran: «Pianificava un attacco in Europa»

Nella mattinata di sabato, la polizia di Cipro ha fatto sapere di aver arrestato un uomo con l’accusa di terrorismo e spionaggio, presumibilmente un membro delle Guardie rivoluzionarie iraniane. L’uomo, secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, stava pianificando un attacco «immediata» nell’isola, dove al momento migliaia di israeliani aspettano di imbarcarsi per rientrare in patria. La polizia cipriota avrebbe ricevuto «informazioni altamente riservate e affidabili da un’agenzia straniera», probabilmente il Mossad israeliano. L’uomo arrestato vive in un appartamento nei pressi delle basi militari britanniche sull’isola di Cipro, dove è stato visto aggirarsi con una macchina fotografica, uno zoom e tre telefoni cellulari.

Ucciso un comandante delle guardie rivoluzionarie

In attesa di capire se Donald Trump trascinerà gli Stati Uniti in guerra con l’Iran e al fianco di Israele, in Medio Oriente si continua a combattere. Nella mattinata di sabato 21 giugno, i caccia dell’aeronautirca dello Stato Ebraico hanno attaccato e ucciso Behanam Shahriari, comandante dell’unità di trasferimento di armi (190) della Forza Quds delle Guardie Rivoluzionarie e responsabile del contrabbando di armi agli emissari iraniani in Medio Oriente. Secondo l’Idf, Shahriari «ha lavorato direttamente con Hezbollah, Hamas e Houthi fornendo missili e razzi che sono stati lanciati contro Israele durante la guerra». Nell’attacco israeliano a Khorramabad, a sud-ovest di Teheran, sono stati uccisi cinque membri delle guardie rivoluzionarie iraniane.

L’Idf: «Distrutto il 50% dei lanciatori di missili in Iran»

Secondo le stime di Tel Aviv, gli attacchi dei caccia israeliani condotti negli ultimi giorni hanno distrutto oltre la metà dei lanciatori di missili balistici, mentre molti altri sono intrappolati nei tunnel colpiti tra le montagne iraniane. Secondo l’esercito dello Stato Ebraico, ora gli iraniani hanno più difficoltà a sparare decine di missili contro Israele dall’Iran occidentale e per questo stanno operando prevalentemente da est.

Teheran denuncia il capo dell’Aiea

Ci pensa Vladimir Putin a difendere il regime degli ayatollah e il suo programma nucleare. «L’Iran ha il diritto di perseguire programmi di tecnologia nucleare per scopi pacifici», ha detto il presidente russo in un’intervista a Sky News Arabia, assicurando che il suo Paese è pronto a fornire a Teheran «l’assistenza e il supporto necessari allo sviluppo dell’energia nucleare pacifica». Nel frattempo, il governo iraniano ha presentato una denuncia contro il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), Rafael Grossi, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per «il suo approccio al programma nucleare iraniano». Le dichiarazioni rilasciate alla vigilia degli attacchi israeliani, si legge nella lettera inviata da Teheran alle Nazioni Unite, «hanno violato palesemente e gravemente il principio di imparzialità».

Mamma e bimbo di Parma fuori dall’Iran

Sono stati tratti in salvo il bimbo di 18 mesi e la mamma, architetta iraniana residente a Parma, che si trovavano a Teheran per conoscere i nonni del piccolo quando è iniziato l’attacco di Israele. Su Instagram il sindaco di Parma, Michele Guerra, ha spiegato che i due hanno intrapreso un «lungo viaggio fino al confine con l’Azerbaigian, arriveranno a Baku e si imbarcheranno su un aereo verso l’Italia». Nei giorni scorsi, il compagno della donna, il ginecologo Salvatore Politi, aveva lanciato l’sos per la sua compagna 36enne e il loro bimbo. «Li aspetto in municipio per un saluto e un abbraccio», ha aggiunto il sindaco.

Foto copertina: ANSA/EPA/Haydn West | Un bombardiere b-2 americano in una foto del 2001

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