Francis Kaufmann picchiato a Roma, la rissa ignorata prima degli omicidi: la denuncia, quella ferita al volto e il ritardo delle forze dell’ordine


Un altro episodio si aggiunge al puzzle misterioso che circonda il caso di Francis Kaufmann, il cittadino americano accusato di duplice omicidio per aver ucciso e nascosto il cadavere della 28enne Anastasia Trofimova e della neonata Andromeda a Villa Pamphili. L’uomo, che si faceva chiamare Rexal Ford, sarebbe stato coinvolto in una rissa all’interno del bar Starbucks di piazza San Silvestro uscendone ferito alla testa. Una scena che, secondo un’informativa dei carabinieri trasmessa agli inquirenti, sarebbe avvenuta di fronte agli occhi della donna e della piccola bimba di quasi un anno. Entrambe, rinvenute senza vita il 7 giugno, erano quindi ancora vive quattro giorni prima del ritrovamento.
L’aggressione nel bar e la ferita alla testa
Dopo le esclusive di Open degli scorsi giorni, che hanno sollevato un polverone sulla concessione dei tax credit cinematografici, torna al centro dell’attenzione uno degli svariati «avvistamenti» dei tre nella capitale, poco prima del tragico epilogo per la donna e la figlia e prima dell’arresto dell’americano su un’isola greca. A registrare l’episodio sarebbero stati gli stessi carabinieri, dai quali si sarebbe presentato il titolare dello Starbucks in seguito a quella che si sarebbe poi rivelata una rissa. Secondo i rapporti, Francis Kaufmann era stato aggredito da un uomo, mai identificato. Lo stesso californiano si era dileguato, per quanto sanguinante in volto come mostra una delle poche foto che lo ritraggono, con Anastasia Trofimova e con la piccola Andromeda prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
L’allarme alla polizia e il «cerotto su una tempia» di Kaufmann
Il titolare del bar, presentatosi dai carabinieri di San Lorenzo in Lucina, avrebbe raccontato tutta la storia: attorno alle 20 aveva sentito delle urla dal 1 piano del locale. Arrivato al piano di sopra, però, avrebbe trovato solo un uomo a terra (Kaufmann) e una donna con una bambina piccola, la prima in evidente stato di shock. A quel punto avrebbe chiamato l’ambulanza ma Kaufmann aveva cercato di allontanarsi: «Ho chiesto ad un mio dipendente di allertare alcuni agenti di polizia presenti in Largo Chigi, a poca distanza, per fermare l’uomo», ha raccontato. «Risposero che erano impegnati in altra attività e non potevano abbandonare la posizione. L’aggredito (quindi Kaufmann, ndr) aveva già un cerotto su una tempia». Dopo l’episodio, il titolare aveva scelto di presentarsi ai Carabinieri e la procura, alla luce di una informativa inviata in seguito a questo racconto, aveva deciso di acquisire il video delle telecamere di sorveglianza, tornato utile – tragicamente – in queste ore.