Conte (M5s): «No all’uso delle basi Usa sul nostro territorio»


«L’Italia non può in nessun modo partecipare all’escalation in corso. Nemmeno indirettamente. E quindi non dovrebbe permettere l’uso delle basi sul nostro territorio». Con Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte definisce la posizione italiana sul conflitto tra Iran e Israele e sull’intervento Usa. «Nessuna persona di buonsenso può parteggiare per la teocrazia degli ayatollah. Ma se legittimiamo l’uso della forza unilaterale, calpestando il diritto internazionale, legittimiamo anche il fatto che le peggiori autocrazie possano dotarsi di bombe atomiche», spiega Conte.
Putin, Netanyahu e Trump
«Se non condanniamo l’attacco di Netanyahu e Trump, diventa difficile continuare a condannare l’aggressione di Putin. Trump ha commesso un errore storico, i suoi stessi elettori potranno chiedergliene conto già alle elezioni di mid-term», aggiunge il leader M5s. Che poi parla della presidente del Consiglio: «Meloni? Del ponte che voleva costruire tra Usa e Europa si sono effettivamente perse le tracce. L’unica cosa che vediamo è il rapporto di sudditanza che ha con Washington». Infine, sulla difesa: «Portare le spese al 5% significa di fatto triplicarle. Si tratta di entrare in un’economia di guerra e tagliare sanità, scuola, salari, ma questo Meloni lo nasconde».
Conte e la Nato
Oggi Conte sarà all’Aia per una manifestazione contro la Nato. «La nostra iniziativa non chiede l’uscita dalla Nato ma di preservare il modello sociale europeo. Più missili non significa più sicurezza. Non siamo antimilitaristi, io stesso a palazzo Chigi ho adeguato la spesa per la difesa portandola dall’1,2 al 1,4 per cento del Pil. Ma a fronte di un miliardo in difesa ne ho investiti 12 sulla sanità e 8,5 sulla scuola». Rispetto alla mozione in cui chiede di ripristinare l’acquisto di gas dalla Russia: «Noi non legittimiamo affatto l’aggressione all’Ucraina. Nessuna apertura a Mosca. Il presupposto è che si raggiunga una soluzione pacifica e duratura della guerra in Ucraina. In una prospettiva di recupero della federazione russa nella comunità internazionale, non si capisce perché dovremmo impedire agli italiani di acquistare gas dove è più economico».