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Bufera sulla bandiera nazista al museo della guerra di Orsogna: mozione per rimuoverla. Lo storico: «Richiesta ridicola»

29 Giugno 2025 - 13:45 Ugo Milano
museo guerra
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La proposta sarà discussa nella prossima seduta del consiglio comunale

È bufera sul Museo della Guerra di Orsogna, piccolo comune abruzzese della provincia di Chieti, dove una mozione presentata dal gruppo consiliare di opposizione ha puntato il dito contro l’esposizione di una bandiera con la svastica all’interno dell’ex Palazzo della Pretura, oggi sede del museo. La richiesta sta facendo discutere. La minoranza ne chiede la rimozione immediata, definendo la presenza del simbolo nazista un’offesa alla memoria storica del paese e alle sofferenze vissute dalla popolazione durante il secondo conflitto mondiale. «Orsogna ha conosciuto l’orrore del nazifascismo che ha costretto intere famiglie allo sfollamento, in molti casi preludio della morte», si legge nella mozione.

Nel mirino anche il nome del museo

Il museo in questione espone cimeli bellici legati alle battaglie che interessarono il fronte durante la Seconda Guerra Mondiale, ma l’esposizione della bandiera con la svastica ha sollevato forti polemiche sul messaggio che si intende trasmettere, in particolare in una comunità decorata nel 2003 con la Medaglia d’argento al merito civile dal presidente Carlo Azeglio Ciampi per «coraggio e spirito di sacrificio» nel difficile dopoguerra. Una medaglia che, peraltro, è andata smarrita nel 2005, ma che resta simbolo dell’identità collettiva orsognese. Oltre alla rimozione della bandiera, la mozione propone anche una nuova identità per il museo, con il cambio del nome da «Museo della Guerra» a «Museo della Pace». Secondo l’opposizione, l’esposizione dovrebbe trasformarsi in uno spazio di riflessione sul dramma della guerra e sulla resilienza della popolazione locale, piuttosto che limitarsi a una raccolta di oggetti militari.

Lo storico: «Perché è una richiesta ridicola»

La proposta sarà discussa nella prossima seduta del consiglio comunale. Intanto, il dibattito ha già iniziato a dividersi tra chi difende la funzione storica del museo come monito e testimonianza e chi, invece, ritiene che alcuni simboli del passato, per quanto inquadrati in contesto, non debbano più trovare spazio in luoghi pubblici. «Non so se è più il caso di sorridere per un’iniziativa politica fuori dal tempo e dalla ragione, oppure esprimere sconcerto sulla richiesta censoria, che è comunque ridicola, espressione della moda del cancel culture, di rimuovere la bandiera del Terzo Reich da un museo di storia in cui si rievocano le pagine dolorose della battaglia di Orsogna del 1943», commenta lo storico Marco Patricelli, esperto dell’Europa del Novecento e della Seconda guerra mondiale.

«Il museo deve rispettare la verità storica»

«Quella bandiera esprime compiutamente la feroce dittatura hitleriana, l’oppressione e l’occupazione nazista, e tutto ciò che ha rappresentato per Orsogna, per l’Abruzzo e per il mondo. Ed è la bandiera tedesca di allora, dello Stato di allora, che non si può né si deve né censurare né omettere né edulcorare. Non deve farlo certamente un museo, che per sua missione deve rispettare la verità storica, e non può farlo la politica per una distorta percezione del passato e del presente», conclude lo storico Patricelli.

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