Il «piano di ricollocamento» dei palestinesi fuori da Gaza, il lavoro della società Usa e il progetto segreto «Aurora»


La Boston Consulting Group, una delle società di consulenza più grandi al mondo, ha lavorato segretamente a un progetto che prevede il «ricollocamento» dei cittadini palestinesi fuori dalla Striscia di Gaza. Lo rivela un’inchiesta del Financial Times. Secondo il quotidiano britannico, circa una decina di dipendenti di Bcg avrebbe lavorato a un progetto dal nome in codice «Aurora», tra ottobre 2024 e maggio 2025.
I «pacchetti di trasferimento» per cacciare i palestinesi da Gaza
Tra i modelli finanziari messi a punto dalla società di consulenza ce n’era uno che riguardava la ricostruzione postbellica di Gaza, che includeva anche una serie di stime su quanto sarebbe costato costringere centinaia di migliaia di palestinesi a lasciare la Striscia. Uno scenario preso in considerazione dalla Bcg, rivela il Financial Times, prendeva in considerazione il ricollocamento di 500mila abitanti di Gaza, ognuno dei quali avrebbe ricevuto un «pacchetto di trasferimento» di 9mila dollari, per un totale di circa 5 miliardi. A questo progetto, e altri dello stesso tenore, avrebbe lavorato una dozzina di dipendenti della Boston Consulting Group, che è stata ricompensata con circa 4 milioni di dollari.
Bcg e la Gaza Humanitarian Foundation
La Bcg è la stessa società di consulenza americana che ha contribuito al lancio della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), che da qualche mese è la sola ad aver ricevuto l’autorizzazione dell’esercito israeliano per distribuire aiuti all’interno dell’enclave palestinese. La Ghf gestisce attualmente quattro siti di distribuzione nella Striscia e segue un’impostazione più militare che tipica delle organizzazioni umanitarie. Le Nazioni Unite hanno descritto l’iniziativa come una «foglia di fico» per coprire gli obiettivi bellici israeliani, mentre le organizzazioni umanitarie si sono rifiutate di collaborare. Da quando è stata lanciata a maggio, sono più di 400 i palestinesi che sono stati uccisi nei pressi dei centri di distribuzione di aiuti della Ghf.
La replica dell’azienda
Se l’iniziativa – comunque controversa – della Gaza Humanitarian Foundation era stata portata avanti alla luce del sole, lo stesso non si può dire per il progetto «Aurora». Dopo lo scoop del Financial Times, è la stessa Boston Consulting Group a fare mea culpa e ammettere che qualcosa non ha funzionato. «La portata completa di questi progetti non è stata rivelata, nemmeno ai vertici aziendali», ha spiegato un portavoce dell’azienda al quotidiano britannico. Il lavoro svolto sul ricollocamento dei cittadini palestinesi fuori da Gaza è «in aperta violazione delle nostre politiche e procedure». Per questo, spiega ancora l’azienda americana, «abbiamo interrotto il lavoro, abbiamo abbandonato i due partner che lo avevano gestito, non abbiamo ricevuto compensi e abbiamo avviato un’indagine indipendente. Stiamo adottando misure per garantire che ciò non accada mai più».
Foto copertina: EPA/Mohammed Saber | Sfollati palestinesi ricevono aiuti umanitari a Gaza City, 26 giugno 2025