L’Ucraina colpisce l’aeroporto militare russo di Borisoglebsk. Media: «Ucciso a Sumy italiano che combatteva per Kiev»


Thomas D’Alba, italiano originario di Legnano ed ex militare della Folgore, è morto in Ucraina. Il 40enne, deceduto in battaglia, aveva abbandonato la carriera da musicista per unirsi agli ucraini. A darne notizia è stato, attraverso un post sui social, Vladislav Maistrouk, attivista e content creator ucraino che lo aveva conosciuto personalmente. «Thomas era una persona gentile e coraggiosa. Un italiano che ha scelto di difendere l’Ucraina e l’Europa. È caduto nella regione di Sumy, difendendo l’Ucraina e l’Europa», ha scritto Maistrouk nel suo messaggio di cordoglio. Secondo quanto riportato dal quotidiano Avvenire, il decesso sarebbe avvenuto intorno alla metà di giugno. Il suo impegno in Ucraina era frutto di una scelta consapevole, come dimostrano le parole che Maistrouk ha voluto condividere nel suo ricordo: «Thomas mi disse una frase che vorrei arrivasse a tutti gli italiani, soprattutto a chi è scettico o contrario: “Sono stato in molte missioni all’estero e a volte mi sono chiesto se fossi dalla parte giusta. In Ucraina non ho mai avuto questo dubbio”».
L’attacco all’aeroporto di Borisoglebsk
Le forze speciali ucraine hanno attaccato l’aeroporto di Borisoglebsk, nella regione russa di Voronezh, una base militare che ospita caccia Su-34, Su-35S e Su-30SM. A riferirlo è lo Stato maggiore ucraino, citato dalla testata Ukrainska Pravda. Nel raid sarebbero stati colpiti un deposito di bombe guidate, un velivolo da addestramento al combattimento e, con ogni probabilità, anche altri aerei.
L’attacco ucraino all’aeroporto russo
Secondo lo Stato maggiore ucraino, i militari di Kiev avrebbero colpito un deposito di bombe guidate, un aereo da addestramento al combattimento e probabilmente anche altri velivoli. Gli esiti dell’attacco sono ancora in fase di chiarimento. «Le forze di difesa continuano ad adottare tutte le misure necessarie per indebolire la capacità degli occupanti russi di colpire le infrastrutture civili e costringere la Federazione Russa a cessare l’aggressione armata contro l’Ucraina», hanno dichiarato le autorità ucraine a seguito dell’attacco.
Nella notte l’attacco con i droni di Mosca
La Russia ha lanciato contro l’Ucraina 322 droni, 292 dei quali sono stati neutralizzati, secondo quanto riferito dall’Aeronautica Militare ucraina. All’alba, invece, le truppe russe avrebbero bombardato tre distretti della regione di Dnipropetrovsk, dove quattro persone sarebbero rimaste ferite. Sempre dalla Russia, arriva l’annuncio della presunta «uccisione di 500 soldati ucraini in un solo giorno», tra la regione del Dnipro e le aree Krasnoarmeysk, Dimitrov, Boykovka, Petrovskoye, Novopavlovka, Dachnoye e Grodovka. Il portavoce del gruppo tattico Alexander Savchuk, ha dichiarato all’agenzia d’informazione Tass che «sono stati distrutti due veicoli corazzati da combattimento, cinque veicoli a motore e due cannoni».
Trump continua a sostenere Zelensky
Dopo essersi dichiarato «molto scontento» della telefonata con Vladimir Putin, il presidente americano Donald Trump sembra voler riprendere il rifornimento di armi all’Ucraina, come ha spiegato ai cronisti sull’Air Force One. Nei giorni scorsi l’amministrazione aveva deciso di fermare la distribuzione a Kiev di alcune armi. Poi il presidente ci ha ripensato. A confermarlo è anche lo stesso Zelensky, che ha precisato di aver concordato con il presidente americano il «rafforzamento della protezione» dei cieli ucraini. Dal canto suo, il tycoon ha definito il recente colloquio telefonico con il presidente ucraino come una «telefonata molto strategica» e ha spiegato di aver discusso anche dell’invio di missili intercettori Patriot in Ucraina in una chiamata separata venerdì 4 luglio con il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Anche Merz «ritiene che gli ucraini debbano essere protetti», ha sottolieato Trump.
Foto copertina: Facebook / Vladislav Maistrouk | Thomas D’Alba, italiano originario di Legnano ed ex militare della Folgore, morto in Ucraina