Pugni e calci alla fidanzata mentre la madre la tiene ferma: «Devi fare figli, non lavorare». L’sms di allarme inviato dalla 17enne: «Temevo mi uccidessero»


«Mamma, ho avuto paura che mi ammazzassero»: la giovane figlia è tenuta ferma dalla madre del suo fidanzato mentre lui la colpisce con schiaffi, pugni e calci. È questa la scena che si para di fronte agli occhi di una donna appena entrata nella casa del ragazzo della figlia 17enne. E che lei ha ricordato in aula, durante il processo al giovane imputato di lesioni e stalking, aggravati dalla minore età della vittima: «Mi è venuto un flash, ho pensato a Marco Vannini, ucciso in casa alla presenza dei genitori della fidanzata», in riferimento al delitto di Ladispoli avvenuto nel 2015. Una violenza fisica di cui la ragazza era stata vittima diverse volte, e che spesso e volentieri era accompagnata da pressioni psicologiche e minacce quando non ascoltava il fidanzato su come vestirsi o chi frequentare.
L’allarme della figlia alla madre: «Corri qui, ti prego»
Era stata la 17enne, in un breve momento in cui era riuscita a divincolarsi dall’aggressione, ad avvertire la madre con il cellulare: «Ti prego, corri». Erano circa le 23.30 di una sera di un anno fa e la ragazza era andata a casa del fidanzato a Torino, dove c’erano i genitori e i fratelli di lui, per cenare. Le violenze fisiche, secondo il racconto della giovane, sarebbero iniziate dopo che lei aveva confessato di voler frequentare un corso per diventare insegnante di estetica. Sarebbe stato proprio il fidanzato a reagire in maniera violenta, gridandole: «L’unica cosa che devi dare è un figlio con me». Poi l’aveva graffiata e presa a botte fino a tumefarle l’occhio destro.
La denuncia e le continue minacce del ragazzo: «Era sempre sotto casa»
Dopo essere arrivata all’appartamento, la donna avrebbe portato via la 17enne che a quel punto le avrebbe confessato: «Ho avuto paura che mi ammazzassero». Subito si sono dirette all’ospedale Le Molinette, dove hanno potuto sporgere denuncia. Poi sono state mandate all’ospedale Regina Margherita «perché la figlia era ancora minorenne». Poi per mesi le forze dell’ordine non si sarebbero mai fatte vive, mentre il fidanzato della figlia continuava a perseguitare la ragazza: «Le inviava messaggi con minacce di morte. Lo avevamo sempre sotto casa».
Le minacce di morte: «Ti sciolgo nell’acido»
La stessa 17enne, nel tempo, ha raccontato di altre aggressioni fisiche subite dal giovane: «Lo scorso gennaio le aveva messo le mani sulla nuca stringendola forte, procurandole un forte dolore». Anche le minacce sono diventate sempre più insistenti e violente. In alcuni audio, finiti agli atti, si sentirebbero frasi come «ti sciolgo nell’acido», o «ci devi mettere un anno e mezzo per morire». Il ragazzo, al momento, nega tutto. Durante l’interrogatorio di garanzia avrebbe ribadito di essere estraneo ai fatti: «Non ho mai alzato un dito contro di lei». Di fronte alle evidenze delle lesioni provocate alla ragazza, si sarebbe anzi limitato a rispondere: «Se le sarà fatte da sola».