La madre di Alberto Trentini attacca il governo: «Su nostro figlio Meloni tace, questo silenzio è insostenibile» – Il video
«Oggi sono otto mesi esatti che mio figlio Alberto è in prigione ma tutto tace e tace anche la nostra presidente del Consiglio». La madre di Alberto Trentini, il cooperante italiano detenuto da 8 mesi in un carcere di massima sicurezza in Venezuela con l’accusa di terrorismo e cospirazione, lancia un nuovo appello per la liberazione del figlio e attacca il governo e la premier Meloni. «Questo silenzio per me e la mia famiglia è insostenibile. Il nostro governo deve attivarsi, come ha fatto quello svizzero con il compagno di prigionia di mio figlio, che è stato liberato da poco e ha raccontato le terribili condizioni di detenzione in cui si trova ancora Alberto», dice con la voce rotta dalle lacrime durante un sit-in fuori dal tribunale di Roma prima di un’udienza del processo Regeni.
L’appello della madre di Alberto Trentini
Dietro a uno striscione verde con il volto del figlio, la donna legge una breve dichiarazione, da cui emergono la paura e l’angoscia che i familiari stanno vivendo in questi mesi. La madre del cooperante veneto chiede alle istituzioni di fare presto, di agire in fretta per sbloccare la situazione. «Non possiamo più aspettare, le nostre istituzioni dimostrino di avere a cuore la vita di un connazionale e si adoperino con urgenza ed efficacia per riportare a casa nostro figlio mettendo in campo qualsiasi strumento di diplomazia come è stato fatto in altri casi: ogni giorno di inerzia in più corrisponde ad indicibili sofferenze per Alberto e per noi. Contatti non ce ne sono e noi aspettiamo con fiducia che qualcuno faccia ciò che è necessario. Otto mesi sono troppi e dobbiamo ribellarci», ha poi aggiunto.
L’intervento di Elly Schlein
A Piazzale Clodio era presente anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha sollecitato a compiere «ogni sforzo per la liberazione di Alberto, che non ha colpe se non quella della generosità di andare per il mondo ad aiutare chi è più in difficoltà». E ancora: «Questo silenzio – aggiunge – non può continuare. Serve un impegno concreto da parte del governo e di chiunque abbia il potere: noi la nostra parte la stiamo facendo».