Sulle nuove maglie del Napoli c’è una parola in inglese sbagliata. La figlia di De Laurentiis non vuole correggere: «È un messaggio ai giovani»


Da San Gennaro alla fontana del Carciofo, da Pulcinella all’asso di bastoni passando per il «curniciello»: sulle nuove maglie – spettacolari – del Napoli c’è tutta la città, dai suoi vicoli ai suoi simboli tradizionali. Ma se il diavolo sta nei dettagli, la gaffe fatta dalla società azzurra è quantomeno sonora. Nei bollini che certificano l’autenticità dal prodotto, per distinguerlo da tutte le repliche, l’inglese «authentic» si è trasformato come d’incanto in «autenthic». Errore di battitura, pare, che ha pure portato fortuna. Le maglie da gioco sono andate a ruba, già raggiunto il 40% delle vendite complessive dello scorso anno.
L’errore su tutte le maglie da gioco
L’errore è stato svelato dalla stessa società. Sul sito ufficiale, infatti, uno degli scatti per descrivere i dettagli del prodotto è proprio dedicato al bollino ologrammato. Non è ancora chiaro se si tratti di un errore commesso dal fornitore, in questo caso Emporio Armani, o da un reparto interno della squadra. L’errore è presente su tutte le maglie da gioco: la home, la away e anche quella dei portieri.
Il comunicato della squadra: «Non correggiamo, è un insegnamento ai giovani»
Sia come sia, Valentina De Laurentiis – responsabile del marketing del Napoli – è intervenuta rilasciando dichiarazioni ufficiali: «Potrei cercare scuse, o correggerlo nel resto della produzione. Ma invece preferisco lasciarlo così com’è, trasformandolo in un’occasione per lanciare un messaggio: chi lavora può inciampare», ha detto. «L’importante è trovare subito una soluzione, se possibile, o trarne un insegnamento. Quel refuso renderà le nostre divise ancora più umane e forse, in un certo senso, uniche». Valentina De Laurentiis ha poi aggiunto: «Vorrei che diventassero quasi un messaggio ai più giovani, che spesso hanno paura di agire e di mettersi in discussione per il timore di trovarsi di fronte a un patibolo, spesso virtuale. È proprio quando si cade, invece, che ci si rialza, si cresce e si vive. Come fa da secoli la nostra città, che “nu’ mmore, è vviva…” Ancora».