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Ignazio La Russa: «Il Pd non può scaricare Sala, ma la giunta deve dimettersi»

Il presidente del Senato: il sindaco non sia un capro espiatorio

Ignazio La Russa dice che sarebbe troppo comodo per il Pd scaricare ora Beppe Sala. Ma il problema è la sua giunta. Che rende Milano «a rischio paralisi». Il presidente del Senato parla in un’intervista al Corriere della Sera. E dice che Sala indagato «non deve essere usato come capro espiatorio. Sarebbe facile per il partito: non è ricandidabile, allora si dà tutta la colpa a lui e finisce lì. E no». Schlein gli ha detto di andare avanti, ma «è il minimo che potesse fare. Se c’è un giocatore che sbaglia un rigore a volte paga l’allenatore che però lo ha messo in campo. Ecco perché non parlo di lui ma della giunta».

L’avviso di garanzia e le dimissioni

E su Giorgia Meloni che dice che un avviso di garanzia non può portare alle dimissioni, «io la penso esattamente come lei. Che ci sia un’inchiesta non ha alcuna influenza. La giustizia faccia il suo corso, la politica è un’altra cosa. Questa vicenda è servita ad accendere i riflettori. Io ne do una valutazione politica». E la valutazione politica è che «prima va via questa giunta e meglio è. C’era una vicenda molto chiara in campo. Tanto che quando è arrivato al Senato un tentativo, anche del centrodestra, di far passare una legge che metteva al riparo dalle azioni dei cittadini danneggiati da questa politica urbanistica, e addirittura allargava a tutta Italia il sistema Milano, io ho detto: “Perché la chiamate Salva Milano? Chiamatela Salva Sala”. Poi mi sono corretto: “Chiamatela: Salva giunta”, perché serviva a mettere una specie di pietra tombale. E da quando l’ho chiamata così l’ho bloccata. Anzi si è bloccata da sola».

La legge Salva-Milano

Anche se la legge è rimasta lì: «perché il dato fondamentale è che i partiti che appoggiano Sala non erano favorevoli (dai Verdi a metà del Pd), e avevano bisogno dei voti del centrodestra. Ma con il cerino in mano doveva rimanere chi voleva salvare questa giunta incapace. Anzi, se il modello di amministrazione è quello nel quale un cittadino invece di un parcheggio vede costruire di fronte a casa un grattacielo, perché di questo parliamo, non so se sia più incapace o più inadeguata».

Lo sviluppo e la corruzione

La Russa dice che «lo sviluppo urbanistico di Milano è figlio delle scelte della destra. Da Porta Nuova alla zona di San Siro a Citylife. Gli altri hanno fatto solo piste ciclabili, nei posti sbagliati». E si può avere ancora un piano di sviluppo senza corruzione: «Basta avere una visione urbanistica e un piano preciso da presentare agli elettori. Naturalmente rispondente alla legge. Se c’è bisogno, modificarla prima, non dopo per cercare una sanatoria alle irregolarità. Pensiamo cosa avrebbero detto se una vicenda del genere fosse successa alla giunta Moratti o Albertini».

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