Ora Raoul Bova si rivolge al Garante della privacy. Chiesta la cancellazione delle chat diffuse da Fabrizio Corona


Il nuovo capitolo della saga Bova-Ceretti finisce dal Garante della privacy. Dopo l’inchiesta principale per tentata estorsione, è attesa per oggi la richiesta, da parte dei legali di Bova, all’Authority guidata da Pasquale Stanzione delle rimozione delle chat pubblicate da Fabrizio Corona su Falsissimo. La notizia è riportata su Repubblica e Il Messaggero. Tra le richieste dei legali dell’attore c’è il blocco della diffusione dei messaggi privati con la modella e la rimozione del materiale da siti, social e piattaforme. Si stanno valutando anche eventuali violazioni delle norme sulla privacy. Bova è assistito dall’ex suocera, l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, che ha depositato un reclamo formale al Garante della Privacy in relazione al «diffusione illecita, strumentalizzazione e ridicolizzazione di un contenuto personale e riservato». Nel mirino dell’attore, oltre a Corona, anche i colossi tech tra cui Meta, Google, YouTube, TikTok, X, Ryanair, SSC Napoli e Torino FC. Uno «strumento che la legge mi offre e quindi io l’ho applicato esattamente come Raoul ha denunciato come si deve fare e non cedendo», al ricatto, ha commentato poi all’AGI l’avvocato de Pace.
Il problema della ricettazione
Secondo l’imprenditore Federico Monzino Sarebbe stata Ceretti a inviargli il materiale destinato poi a Corona. Una posizione che è cambiata nel giro di pochi giorni, quando l’amico della modella ha sottolineato che lei voleva bloccare la pubblicazione. E che Corona non ne ha voluto sapere. Anche questo aspetto è al vaglio degli inquirenti di Roma. Perché, ricorda Repubblica, tra i reati contestati c’è la ricettazione, in conseguenza a mancato consenso alla diffusione del materiale.