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Milano nella tempesta, ma Sala non molla: «Mai agito per interessi personali»

01 Agosto 2025 - 11:35 Alba Romano
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Dopo l’arresto dell’ex assessore Tancredi, il sindaco prende posizione e smentisce l’ipotesi dimissioni. Il Pd conferma il sostegno, ma in Consiglio si apre la crisi sulla vendita di San Siro. Conte attacca: «Basta Far West edilizio»

La tentazione di fermarsi c’è stata. Davanti all’arresto di Giancarlo Tancredi, ex assessore alla Rigenerazione urbana e figura di fiducia all’interno della giunta, anche un sindaco determinato come Beppe Sala ha pensato, seppur per un momento, che fosse arrivato il momento di lasciare. Ma non lo farà, come riporta il Corriere. A confermarlo, però, è stato lui stesso, dopo una giornata, quella di giovedì 31 luglio, segnata da tensione e incertezze, in cui si sono rincorse le voci, le interpretazioni politiche e le prime carte della magistratura. «Continuerò a lavorare per Milano con passione e dedizione», ha scritto in una nota, tracciando una linea netta tra la propria condotta e le indagini che scuotono Palazzo Marino. Il riferimento è alle accuse avanzate dalla Procura milanese nell’ambito di un’inchiesta che ha portato ai domiciliari Tancredi. Le carte del gip sembrano, tuttavia, ridimensionare il quadro: per Sala cade l’ipotesi di induzione indebita, mentre resta in piedi quella di falso. «Non ho mai agito per fini personali», ha ribadito il primo cittadino.

I venti di crisi

Nonostante la smentita di Sala e il supporto ufficiale del Partito Democratico, lo scenario resta instabile. In Consiglio comunale la maggioranza rischia di incrinarsi, soprattutto sulla delicata partita della vendita dello stadio di San Siro, dove parte della coalizione di governo — compresa l’assessora al Verde Elena Grandi — si dice contraria. I voti potrebbero mancare senza un appoggio del centrodestra. Nel frattempo, Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle alzano il tiro. In una diretta televisiva, il leader pentastellato ha accusato Milano di essere diventata il modello di un «Far West edilizio», invocando trasparenza e chiedendo un passo indietro del sindaco. Ma da Pd milanese e lombardo arriva una risposta unitaria: «Il Pd a tutti i livelli, dal metropolitano al nazionale, governa prima con Pisapia e poi con Sala dal 2011 e fin da subito ha ribadito pieno sostegno e fiducia al sindaco», hanno scritto in una nota Alessandro Capelli, segretario metropolitano Pd Milano e Silvia Roggiani, segretaria regionale Pd Lombardia.

Sala accoglie le prossime sfide: «Non è il momento di fermarsi»

Tra le priorità imminenti c’è la revisione del Piano di Governo del Territorio, con l’obiettivo di rivedere il modello di sviluppo urbanistico dopo gli scossoni giudiziari. Un passaggio delicato, che metterà alla prova la tenuta politica della giunta e il rapporto con i cittadini. Beppe Sala, intanto, prova a tenere la barra dritta. «Non è tempo di fermarsi» sembra dire, tra le righe. Ma il mare resta agitato. E il percorso verso la fine si prospetta in salita.

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