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L’indagine su Matteo Ricci: l’ombra degli appalti e delle case «in prestito» agita la campagna elettorale a Pesaro

05 Agosto 2025 - 10:52 Ugo Milano
Indagine Pesaro, interrogatorio Ricci in corso da oltre due ore
Indagine Pesaro, interrogatorio Ricci in corso da oltre due ore
L’ex collaboratore Santini rivela: «Usava il mio appartamento come fosse suo». E la Procura scava tra bonifici, cene e relazioni negate. La replica: «Fango e falsità»

A poche settimane dal voto che potrebbe sancire il futuro politico di Matteo Ricci, sindaco uscente di Pesaro e candidato per il centrosinistra alle Regionali nelle Marche, si allarga l’inchiesta che ruota attorno alla gestione degli appalti e alle relazioni tra amministratori pubblici e imprenditori. Al centro dell’indagine, condotta dalla Procura di Pesaro, c’è Massimiliano Santini, 43 anni, ex responsabile degli eventi comunali e figura da anni vicina al sindaco. Santini è oggi indagato per corruzione, e ha iniziato a collaborare con gli inquirenti, fornendo una versione che rischia di mettere in difficoltà l’ex primo cittadino.

L’appartamento di Pesaro

Uno dei nodi principali dell’indagine riguarda un appartamento a Pesaro, acquistato da Santini nel 2021 con un mutuo e alcuni bonifici provenienti – secondo gli atti – proprio dall’imprenditore Stefano Esposito, anche lui sotto la lente della magistratura. L’immobile sarebbe stato usato abitualmente da Ricci, secondo quanto riferito da Santini: «Veniva spesso, lo usava come casa sua. Io non prendevo mazzette, ma glielo prestavo», avrebbe dichiarato l’ex collaboratore, aggiungendo che Ricci ed Esposito si conoscevano bene, al contrario di quanto affermato dal sindaco. A riportare la vicenda è il quotidiano La Verità.

Due versioni opposte

Le dichiarazioni di Santini, raccolte dalla Guardia di Finanza e dai magistrati, sarebbero già state riscontrate in parte da documenti bancari e registrazioni. Nel 2021 e 2022, il conto di Santini avrebbe ricevuto due bonifici da 21.500 euro ciascuno, per un totale di 43.000 euro, provenienti da conti riconducibili a Esposito. Da lì, l’acquisto dell’appartamento e l’arredamento completo, effettuato con spese documentate nei giorni successivi. Secondo l’ipotesi della Procura, l’operazione immobiliare potrebbe celare un pagamento occulto o una forma di compensazione indiretta, su cui si stanno concentrando le analisi finanziarie.

Intervistato più volte sulla vicenda, Ricci ha negato qualsiasi rapporto diretto con Esposito e ha parlato di «fango» gettato in campagna elettorale. Ma Santini sostiene: «Andavano in bici insieme, si vedevano spesso. A complicare la situazione, c’è anche la presenza documentata di Ricci in più occasioni all’interno dell’immobile ora sotto sequestro.

Cene, eventi e fondi: cosa c’è dietro il sistema Pesaro

Oltre alla questione dell’appartamento, i magistrati indagano sul ruolo di Santini nella gestione degli eventi comunali. I fondi che hanno finanziato le manifestazioni dal 2021 al 2024 sarebbero transitati attraverso associazioni e sponsor privati, su cui si concentrano ora accertamenti fiscali. Santini afferma di non aver tratto profitto personale, ma ammette che il sistema si reggeva su «relazioni politiche» e su una rete di persone «che il sindaco non poteva non conoscere». Le perplessità della Procura riguardano anche alcune cene e incontri documentati attraverso messaggi WhatsApp e fotografie, in cui Esposito e Ricci risultano presenti insieme. «Non ci sono intercettazioni di mazzette, ma i rapporti personali ci sono stati, ed erano noti», avrebbe dichiarato un investigatore. Una circostanza che contraddice la linea difensiva di Ricci, secondo cui «non conosceva» l’imprenditore e «non aveva idea» dell’origine dei bonifici ricevuti da Santini.

Una campagna elettorale sotto pressione

Il caso giudiziario arriva in un momento delicato per la politica marchigiana. Matteo Ricci, già presidente Ali (Autonomie Locali Italiane), è candidato alla presidenza della Regione Marche per il centrosinistra e ha impostato la sua campagna su temi come la trasparenza, l’efficienza e la buona amministrazione. Ma le parole del suo ex uomo di fiducia rischiano di offuscare questa narrazione. Le opposizioni chiedono chiarimenti e parlano apertamente di «doppio volto» della giunta uscente. Nel frattempo, gli inquirenti continuano a lavorare. Nei prossimi giorni sono attese nuove audizioni e l’analisi completa dei dispositivi elettronici sequestrati.

La replica di Ricci: «Fango e falsità, tutelerò mia onorabilità»

«In riferimento all’articolo del giornale La Verità su Massimiliano Santini di oggi 5 agosto, mi è dispiaciuto leggere che Santini stesso dice di assumere psicofarmaci, di essere annebbiato, di non avere ricordi chiari e di sentirsi già in galera. L’articolo è pieno di fango e falsità, per questo ho dato mandato ai miei avvocati di tutelare in tutte le sedi l’onorabilità della mia persona. Adesso basta». Lo afferma, in una nota, Ricci, candidato alla presidenza della Regione Marche. «Sulla vicenda, che mi vede del tutto estraneo, ho già parlato a lungo ai magistrati nei giorni scorsi dando anche un contributo ulteriore alle indagini. Si lasci lavorare in tranquillità la magistratura. Io mi occupo dei problemi dei marchigiani e non ho tempo, né voglia, di farmi distrarre da chiacchiere di infimo ordine», conclude.

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