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Witkoff-Putin, a colloquio per 3 ore a Mosca. Il Cremlino: «Da noi segnali su Kiev e ne abbiamo ricevuti da Trump». Dazi all’India per il petrolio russo

06 Agosto 2025 - 17:45 Ugo Milano
witkoff putin trump sanzioni
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La Casa Bianca ha deciso di imporre un 25% in più di dazi per l'India, come sanzione per l'acquisto di petrolio dalla Russia

Si è concluso dopo quasi tre ore l’incontro al Cremlino tra Vladimir Putin e l’inviato americano Steve Witkoff. Il colloquio è stato definito «molto utile e costruttivo» dal consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov, secondo quanto riportato dalle agenzie russe.

I temi sul tavolo

Due i principali argomenti affrontati durante la riunione: «prima di tutto, naturalmente, c’è la crisi ucraina, e il secondo tema sono state le prospettive di possibile sviluppo della cooperazione strategica tra Usa e Russia», ha spiegato Ushakov.

Lo scambio di segnali tra Putin e Trump

Durante l’incontro, Putin «ha trasmesso alcuni segnali» sulla questione ucraina a Donald Trump, e ha a sua volta «ricevuto segnali corrispondenti» dal presidente americano. Un passaggio che testimonia come i due leader stiano comunicando attraverso i loro emissari.

Il riserbo sui dettagli

Ushakov ha mantenuto il massimo riserbo sui contenuti specifici del colloquio: «La situazione attuale è tale che il nostro presidente possiede tutte le informazioni, cioè i segnali dal presidente Trump. E Trump non è ancora stato informato dei risultati di questo incontro». Il consigliere russo ha aggiunto: «Perciò mi astengo da commenti più dettagliati. Vedremo quando Witkoff potrà riferire a Trump della conversazione avvenuta oggi. Dopo di che, ovviamente, potrò integrare i miei commenti attuali con qualcosa di più sostanziale».

L’ultimatum di Trump e l’ipotesi di sanzioni alle petroliere fantasma

L’incontro tra la delegazione americana e il leader russo arriva a 48 ore dalla scadenza che Donald Trump ha bruscamente abbreviato due settimane fa dando a Mosca 10-12 giorni di tempo per acconsentire al cessate il fuoco. A conti fatti, l’ultimatum scade dunque giovedì 8 agosto. La minaccia del tycoon è concreta: dazi secondari sui Paesi che continuano a fare affari con Mosca, su tutti Cina e India che dalla Russia comprano il petrolio. Secondo il Financial Times, Trump vorrebbe anche implementare ulteriori sanzioni alla «flotta ombra» russa, le petroliere obsolete e battenti le bandiere più disparate che continuano a navigare commerciando il greggio russo e finanziando così la guerra. Sarebbe la prima volta che Trump impone sanzioni a Mosca, mentre Biden aveva già aggiunto 213 navi cargo alla «lista nera».

Lo scontro con Medvedev e la minaccia dei sottomarini nucleari

Di fronte ai continui raid aerei russi, che non risparmiano una sola notte città e obiettivi in Ucraina, e alle provocazioni dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, il numero uno della Casa Bianca ha perso la pazienza, e ha dato ordine di schierare due sottomarini nucleari in vicinanza della Russia. Vladimir Putin non sembra però pronto a cedere. Anzi, lunedì la Russia ha pure annunciato di non ritenersi più vincolata dalla moratoria sull’utilizzo di missili nucleari a corto e medio raggio. Nelle ultime ore, secondo Bloomberg, l’unica apertura concreta porterebbe a una moratoria sugli attacchi aerei: ben lontano da un cessate il fuoco.

Le condizioni di Mosca e quelle di Kiev

La questione ucraina è un intreccio di condizioni che ognuna delle parti pretende di vedere rispettate. La Russia chiede lo stop ai processi di avvicinamento dell’Ucraina sia alla Nato che all’Unione europea, ma anche la protezione dei «russofoni» e il riconoscimento delle quattro repubbliche autoproclamate del Donbass come russe. Kiev rifiuta categoricamente gli ultimi due punti e puntualizza che sull’adesione o meno alla Nato sta all’Ucraina stessa, in quanto Paese sovrano, decidere. In tutto questo, Washington sta tentando di mettere fretta al Cremlino.

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