Pif contro il Ponte sullo Stretto: «È solo un monumento che Salvini ha deciso di erigere a se stesso. Per noi siciliani non cambia nulla»


Nessuna rivoluzione infrastrutturale, né opportunità per il Sud. Secondo Pif, il progetto del Ponte sullo Stretto non è altro che «una costosissima operazione d’immagine» ideata dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, per lasciare un segno nella storia politica. Altro che «simbolo ingegneristico di rilevanza globale», come lo ha definito la premier Giorgia Meloni: per il regista e attore siciliano, è solo «un monumento che Salvini ha deciso di erigere a se stesso», afferma Pif in un’intervista a Francesca D’Angelo su La Stampa. «È l’ipoteca che Salvini ha messo sulla sua carriera politica – aggiunge -. Fino a qualche tempo fa sosteneva che il problema non fosse attraversare lo Stretto ma arrivare allo Stretto. Me lo ricordo bene perché è stata la prima volta – e probabilmente l’unica – in cui mi sono trovato d’accordo con lui. Poi ha cambiato idea pure sul Meridione – afferma il regista -: prima gli faceva schifo, adesso si è eretto a patriota del Sud. Ma se vuoi fare la differenza devi metterti lì e spendere tempo ed energie per capire i problemi reali del Paese. È giusto smuovere i soldi ma bisogna farlo nel modo più corretto, realizzando quello che serve davvero».
«Non è una questione politica, ma di priorità reali»
«Le mie simpatie politiche sono note», ammette ancora Pif, «ma in questo caso non sto parlando per partito preso: non si tratta di essere di destra o di sinistra. È fattuale che il progetto non è assolutamente una priorità politica, con tutti i disastri che abbiamo nella nostra isola. Non ho mai sentito un siciliano lamentarsi per quei 20 minuti di traghetto che, peraltro, fatti nell’orario giusto hanno anche un loro fascino romantico», dice. Il regista e attore siciliano sottolinea che i 13,5 miliardi previsti per il progetto potrebbero essere usati per colmare lacune ben più gravi: «Per esempio – sottolinea – si potrebbe cominciare dagli ospedali siciliani che sono a livello del Terzo Mondo. I medici e gli infermieri vivono e lavorano in condizioni indegne, ma purtroppo ancora una volta la politica gioca sulla vita dei cittadini per un proprio vantaggio».
Viabilità da terzo mondo: «Altro che ponte, qui si gira in pullman»
Per Pif, nella vita quotidiana dei siciliani «i problemi pratici sono gli spostamenti – sottoliena -: per arrivare da Trapani a Messina ci metti dalle sei alle otto ore in treno. Ora tra l’altro stanno facendo i lavori e non ci sono manco i treni. Ormai in Sicilia si circola solo in pullman: è tutto pullman, come in Messico, e guarda caso alcuni politici sono titolari dei trasporti siciliani». Non si tratta solo di inefficienza: «È proprio una strategia – precisa -. So che può sembrare populista, ma la politica siciliana è spesso molto basica. Prima si pensi a sistemare strade, treni, una metro seria… e poi se ne può riparlare, magari anche del Ponte». Sul fronte economico, infine, il giudizio è lapidario: «Anche ammesso che il Ponte si faccia, attraverseremo il mare in cinque minuti, per poi passare ore a raggiungere Menfi. È un’assurdità. Per dirla alla siciliana, questa storia del Ponte è una minchiata pazzesca».