Roma, 614 alberi caduti in 10 mesi: 23 indagati. L’assessora Alfonsi: «Controlli aumentati, ma ci sono milioni di rami»


Cadono in strada, sulle auto, a pochi metri dai passanti. Dal centro alla periferia, in pieno giorno o durante la notte. A Roma, tra il 27 maggio 2023 e il 31 marzo 2024, sono stati registrati 614 episodi di crolli di alberi o rami. Una media di uno ogni 14 ore, come riporta sulle proprie pagine Repubblica. Alcuni eventi hanno causato solo danni materiali, altri hanno sfiorato la tragedia. Uno, però, ha segnato per sempre la città: il 25 novembre, in via di Donna Olimpia, un olmo è precipitato su una donna, Teresa Veglianti, uccidendola all’istante. Ora, la Procura di Roma chiede il processo per 23 persone. Dirigenti comunali, tecnici e rappresentanti legali delle imprese che si occupano della manutenzione del verde. L’accusa: disastro colposo. I pm contestano «negligenza, imprudenza e imperizia», oltre alla violazione dei doveri di vigilanza, che avrebbe contribuito ai crolli.
L’indagine contro la mala gestione
L’indagine punta il dito contro un’intera catena gestionale: dal Dipartimento tutela ambiente del Campidoglio ai responsabili municipali, fino alle otto aziende che curano le diverse zone della città. A ciascuno viene contestato di non aver garantito controlli e interventi adeguati.Il fascicolo ricostruisce una gestione definita «frammentata e inefficace», incapace, secondo la procura, di prevenire situazioni pericolose. In molti casi, i cedimenti sono avvenuti in aree ad alta frequentazione: via Cristoforo Colombo, piazza dell’Ara Coeli, via del Policlinico, piazza San Marco. Il rischio per i cittadini, scrivono gli inquirenti, è stato «concreto e diffuso».
L’assessora Sabrina Alfonsi si difende: «Mai così tanta attenzione al verde»
Di fronte a queste accuse, l’assessora capitolina all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, difende il lavoro dell’Amministrazione. E mette in evidenza la complessità della gestione: «La gestione del verde è assai complessa a Roma e i nostri dirigenti sono molto esposti, con rischi alti e direttamente proporzionali alla consistenza del nostro patrimonio arboreo, in alcuni casi anche di età avanzata». In questi giorni sono partite le prime notifiche di rinvio a giudizio. La prima riguarda il distacco di un ramo. Ma, ricorda Alfonsi, «a Roma ci sono circa 340mila alberi pubblici, con milioni di rami. Abbiamo ovviamente il massimo rispetto per il lavoro dei magistrati, ma è quasi paradossale che ciò avvenga nel momento in cui l’attenzione per la cura del verde è molto più alta che in passato e ci sono importanti stanziamenti per incrementare i controlli».
«Accusati sia se si abbatte che se non si abbatte»
Tra i cittadini non mancano le critiche agli abbattimenti, talvolta ritenuti eccessivi. Ma Alfonsi sottolinea come il tema della sicurezza sia prioritario: «I nostri dirigenti vengono da un lato accusati di fare abbattimenti con leggerezza e dall’altro sono indagati perché non abbatterebbero abbastanza. Ma cosa succede se non abbattiamo alberi a rischio schianto? Alle volte basta un ramo agitato dal vento, anche di un albero monitorato, a causare una tragedia». L’obiettivo, chiarisce l’assessora, non è tagliare alberi, ma curarli e rigenerare il patrimonio verde: «Stiamo lavorando per implementare l’infrastruttura arborea cittadina, innanzitutto censendo e monitorando le piante con tutti gli strumenti disponibili, compresa la tecnologia. Più controlli si fanno, più ovviamente emergono situazioni critiche che determinano interventi drastici».
Dubbi sugli agronomi? «Professionisti certificati»
Spesso i cittadini mettono in dubbio anche le valutazioni degli agronomi delle ditte, sospettando che abbiano interesse ad abbattere più che a curare. Interpellata sul tema, Alfonsi replica: «Sono professionisti iscritti all’albo e si prendono la responsabilità legale di quanto certificano. Ma abbiamo anche stretto protocolli con l’Ordine degli agronomi, degli agrotecnici, con il Crea e con le università e dato un incarico di consulenza ad un agronomo per supervisionare le ditte».
I numeri: 30mila alberi piantati, 13mila abbattuti
In termini numerici, la giunta del sindaco Roberto Gualtieri rivendica uno sforzo mai visto prima. «Roma in questi ultimi anni ha assistito alla più grande opera di piantumazione mai fatta prima. Sono oltre 30mila le piante messe a dimora da novembre 2021 ad oggi, a fronte di circa 13mila abbattimenti di alberi giunti a fine ciclo, già secchi o classificati in classe D con elevato rischio schianto». A queste si aggiungono le 115mila piante messe a dimora con i fondi del Pnrr, nel piano di riforestazione urbana della Città Metropolitana. «Diventeranno 513mila», assicura Alfonsi. «Tutti gli alberi messi a dimora vengono annaffiati dalle ditte e dal Servizio giardini. Abbiamo una percentuale di non attecchimento ampiamente sotto il 10%, dato standard nazionale. Le ditte hanno poi l’obbligo di sostituire le piante che non hanno attecchito». Ora la palla passa al giudice, che nei prossimi mesi dovrà decidere se rinviare a processo i 23 indagati.