Dopo l’Angelus il Papa torna a parlare di guerra e pace. Non di Gaza o Ucraina, ma dell’orrore dimenticato di Haiti: «Liberate gli ostaggi»


Dopo l’Angelus, Papa Leone XIV è tornato a dedicare gran parte del suo intervento al tema della pace, scegliendo di richiamare l’attenzione non sui conflitti in corso già citati a più riprese, come Gaza o Ucraina, ma su una crisi spesso dimenticata: quella che da anni sta devastando Haiti. «La situazione della popolazione è sempre più disperata. Si susseguono notizie di omicidi, violenze di ogni genere, tratta di esseri umani, esili forzati e sequestri», ha dichiarato. Il Pontefice ha lanciato «un accorato appello a tutti i responsabili affinché gli ostaggi siano liberati immediatamente, e chiedo il sostegno concreto della comunità internazionale per creare le condizioni sociali e istituzionali che permettano agli haitiani di vivere in pace». Il Paese è vittima di una crisi politica, economica e di sicurezza da anni, degenerata lo scorso anno dopo che i gruppi armati hanno attaccato e preso il controllo della capitale Port-au-Prince. La violenza dilagante delle bande armate continua a seminare terrore e impedisce alla popolazione di avere accesso anche ai beni di prima necessità.
«Siate sentinelle di pace»
Nel suo discorso, il Santo Padre ha ricordato anche l’80° anniversario dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, definendo questa ricorrenza un monito al «doveroso rifiuto della guerra come via per la risoluzione dei conflitti». E, di nuovo, un messaggio ai potenti: «Quanti prendono le decisioni tengano sempre presenti le loro responsabilità per le conseguenze delle loro scelte sulle popolazioni. Non ignorino le necessità dei più deboli e il desiderio universale di pace». Durante l’Angelus, Leone XIV ha rivolto anche un invito ai fedeli: «Siate sentinelle di pace, come ci hanno mostrato in modo così bello i giovani venuti a Roma per il Giubileo».